La pittura di Luigi Viti in mostra all'Orcio di San Miniato

Luigi Viti è un “pittore di stampo antico”, un pittore evidentemente fuori moda, ma proprio per questo non manca di suscitare la nostra ammirazione, il nostro stupore.

Le sue opere, quelle almeno scelte per la mostra che si apre all’Orcio d’Oro di San Miniato (dal 1 al 15 ottobre, ore 18,30-20), si dividono tra le opere di Fede e quelle di Lavoro, un lavoro nelle campagne, che non manca di svolgersi secondo una cadenza sacrale, in luoghi che assurgono agli scenari evangelici. Dunque, il Battesimo di Cristo sul Giordano, può essere ambientato in Padule o lungo il fiume Egola, gli animali possono venir rappresentati come se facessero parte di una sorta di presepe, le vecchie contadine possono essere Madonne che assistono alla morte del proprio figlio.

La mostra sarà presentata da Leonardo Giovanni Terreni, che ha detto: “La sacralità della vita è al centro della sua attenzione, a Luigi Viti piace evidenziare che l’arte sacra propriamente detta, quella della plurisecolare tradizione religiosa e la laicità della vita e del lavoro quotidiani, sono spesso in simbiosi tra loro… il Cristo si è fatto uomo ed è più facilmente riconoscibile nei lavori più umili, come quelli dei vecchi contadini”.
Viti è, tra l’altro, uno degli allievi prediletti di Gino Terreni, il grande pittore, padre di Leonardo Terreni. Le tante tecniche che egli padroneggia, e che potremo ammirare nella mostra di San Miniato, vengono tutte dalla scuola di Terreni. Si va dall’olio all’affresco, dal pastello al mosaico, dalla tempera su carta alla xilografia, dal disegno alla scultura.

Proprio nel corso della mostra di San Miniato, il 15 di ottobre, avremo un pomeriggio dedicato all’affresco, che Viti padroneggia e che ha eseguito in molti edifici pubblici e in chiese e altri luoghi sacri. Sarà un momento emozionante, con la parete preparata ad arricciato, la stesura della calce e del colore, otto ore di lavoro, che alla fine lasceranno un’opera che può agevolmente restare lì per sempre, o almeno per i prossimi due- trecento anni. Un’opera che andrà cambiando i toni di colore, restando stampata sull’intonaco del muro, con una tecnica che in pochi padroneggiano ancora.

Non a caso nella mostra si potranno vedere anche alcuni strappi che l’artista ha eseguito nel tempo, in particolare il profilo di una vecchia contadina che Viti ha recuperato dopo molti anni, con un secondo strappo, e che ci fa vedere la forza di una pittura ancora straordinaria e di un pittore evidentemente da segnalare.

Il resto della mostra sarà appunto impostato su scene di vita nella campagna toscana, soprattutto quella della Val d’Egola, vicino a Montaione, dove santa Verdiana compiva i suoi miracoli, e scene appunto di carattere sacro, Deposizioni, Crocifissioni, altri momenti vissuti con una serenità contadina, a cui oggi evidentemente non siamo più abituati.

Fonte: Ufficio Stampa



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