Prezzo terreni agricoli mai così alto dal 2013: lo dice Coldiretti Toscana

Dopo lo stop forzato delle compravendite nel 2020, le quotazioni crescono dello 0,9%: per acquistare un ettaro servono oltre 17mila 800 euro. "Terra si conferma bene di rifugio"


Prezzo dei terreni agricoli al massimo dal 2013 in Toscana. La terra, complice anche la pandemia, è tornata ad essere un bene rifugio. Dopo lo stop forzato delle compravendite nel 2020 con un calo del 12%, il 2021 ha ridato smalto alle operazioni che hanno registrato un balzo del 30%, con il conseguente aumento dei prezzi. Le quotazioni dei terreni agricoli nel Granducato sono cresciute dello 0,9% sull’anno precedente dopo la flessione dell’anno prima (-0,2%). Per acquistare un ettaro di terreno agricolo servono 17.882 euro. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati diffusi dal rapporto Crea sull’andamento del mercato fondiario in Italia nel 2021.

Il prezzo medio nazionale si è attestato su 21mila euro a ettaro, ma la situazione non è omogenea su tutto il territorio nazionale, perché il range oscilla tra i 42.300 ettari del Nord Est, i 29mila del Nord Ovest e i 15mila del resto dell’Italia. A sostenere le quotazioni sono dunque Nord e zone di pianura. La Toscana si piazza all’ottavo posto per il valore fondiario dietro a Trentino Alto Adige (54.535), Veneto (52.970), Lombardia (38.920), Liguria (38.269), Friuli Venezia Giulia (33.338), Emilia Romagna (31.541), Piemonte (20.214). A crescere non è solo il numero delle compravendite, ma anche quello della superficie interessata che, secondo l’Osservatorio del Mercato Immobiliare (Omi), ha segnato un aumento del 59% sul 2020, anche in questo caso con andamenti diversi: nel Nord Ovest e Centro infatti si arriva a + 70%, mentre nelle altre circoscrizioni non si supera il +55%.

Secondo la valutazione del Crea i risparmiatori avrebbero investito in terra l’eccesso di liquidità che si stava manifestando prima del periodo della pandemia e dunque l’incremento dell’acquisto di immobili, che ha interessato anche il mercato urbano, è letto come "la risposta dei risparmiatori alla congiuntura molto incerta e segnata da una forte spinta inflazionistica". "La terra si conferma essere un tipico bene di rifugio. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana - La richiesta è ovviamente elevata per i terreni fertili, dotati di maggiori infrastrutture e nei comparti che hanno le migliori prospettive commerciali".

Il report conferma anche per il 2021 il buon andamento degli affitti. La domanda premia i terreni migliori e cioè pianura e soprattutto seminativi irrigui e colture di pregio. La maggiore richiesta in terreni in affitto – evidenzia il Crea – sembra legata alla ripresa delle attività produttive dopo il Covid, ma anche alla necessità di raggiungere i requisiti per ottenere i contributi con le misure del Psr. Anche l’Istat con il nuovo Censimento ha confermato la crescita del 27% dell’affitto rispetto al precedente censimento. Le aziende con terreni solo in proprietà infatti si sono ridotte del 44% come numero e del 28% in termini di Sau. E queste terre “liberate” dai proprietari finiscono all’affitto.

Ad influire sui valori fondiari, e prima ancora sugli affitti, sono sicuramente l’evoluzione del conflitto in Ucraina e l’aumento dei costi ai quali non corrisponde un analogo rialzo dei prezzi riconosciuti agli agricoltori. Un altro elemento di rischio è rappresentato da una possibile maggiorazione dei canoni. Con l’attuale quadro di instabilità internazionale poi i proprietari non sono disponibili a stipulare contratti a lungo termine. Una scelta spinta anche dall’attesa di vedere quale potrà essere l’impatto della Pac. Sul mercato degli affitti continuano a incidere – conclude il Crea – i progetti per gli impianti di energia rinnovabile.

Fonte: Coldiretti Toscana

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