Le risorse FSE+ a favore della parità di genere nel periodo 2021-2027 saranno triplicate rispetto alla programmazione precedente. L’assessora regionale a lavoro e pari opportunità nel suo intervento pomeridiano alla Fiera Toscana del Lavoro, intervenendo sui temi dell’occupazione femminile, ha parlato di questo come di un obiettivo principale, superando disuguaglianze di genere e la segregazione orizzontale e verticale, che ancora persiste nel mondo del lavoro.
Ha voluto ribadire l’impegno della Giunta regionale sul fronte delle politiche di welfare ma anche sul quello delle politiche educative, a partire dal progetto "nidi gratis" che sarà finanziato appunto con il Fondo Sociale Europeo e sosterrà l'accesso al nido delle bambine e dei bambini provenienti da famiglie economicamente più in difficoltà, con l'obiettivo fondamentale di combattere la povertà e le disuguaglianze educative. Saranno inoltre destinati circa 36 milioni di euro dell’FSE al progetto ATI, che prevede specifici interventi di sostegno dell’occupazione femminile e promozione della parità di genere. A questo riguardo l'assessora ha ricordato il rifinanziamento, già a partire da quest'anno grazie ai residui FSE 2014-2020 della legge regionale 16/2009, la legge sulla cittadinanza di genere, che ha destinato 800.000 euro alle Province toscane e alla Città Metropolitana per interventi di contrasto agli stereotipi di genere nelle scuole, redazione di bilanci di genere, azioni di sostegno all'occupazione femminile e sostegno alle studentesse che scelgono le cosiddette materie STEM.
L’assessora ha ricordato che la pandemia ha acuito disuguaglianze già esistenti, rendendole ancora piu' drammatiche e urgenti da affrontare. Ha sottolineato anche la necessità di un grande cambiamento culturale che porti ad una più equa distribuzione del tempo di cura all'interno della coppia, ancora oggi quasi esclusivamente sulle spalle delle donne. ‘Rompere i soffitti di cristallo’ quindi, ma anche contrastare stereotipi e retaggi culturali che continuano a relegare le donne principalmente solo in alcuni ambiti.
Ha partecipato alla tavola rotonda sull’occupazione femminile anche la capa di gabinetto del presidente della Regione, che ha ribadito come ogni volta si parla di donne il rischio sia quello di cadere in stereotipi e cliché, mentre le donne e le lotte che le donne hanno portato avanti con determinazione sono sempre molto concrete e strettamente contemporanee. E’ necessario continuare a lottare su tutti i fronti per raggiungere gli obiettivi che ancora non sono stati conseguiti, a partire dalla parità salariale.
La valorizzazione delle capacità femminili in tutti gli ambiti, compresi quelli tecnici, scientifici ed imprenditoriali, è stata evidenziata dai dati presentati durante la sessione pomeridiana della Fiera del lavoro. Le donne – risulta - tendono ad essere quasi escluse dalle discipline tecnico-scientifiche, che sono le più richieste sul mercato del lavoro, per proiettarsi verso quelle umanistiche. Risultano più qualificate degli uomini, ma anche più disoccupate o impegnate in attività meno stabili e qualificate. La disparità si manifesta anche nelle retribuzioni e aumenta in presenza di figlie o figli. In tal caso pare evidente che il “lavoro di cura”, incide sul differenziale retributivo, aumentandolo significativamente. Inoltre più numerosi sono i figli più aumenta il lavoro part-time (anche involontario) e la disoccupazione/inattività tra le donne.
Preoccupante è inoltre il tema della violenza sulle donne, che nel periodo di lockdown è esplosa in maniera incontrollata. Per sensibilizzare e mobilitare non solo le donne, ma la classe politica, le organizzazioni e gli uomini è fondamentale misurare e valutare il divario esistente con strumenti oggi collaudati, come il bilancio di genere, e poi attivare strategie a sostegno della parità.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa
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