La mostra di Andrea Rauch allo Spazio dell’Orcio

Sabato 10 settembre ore 18, allo Spazio dell’Orcio (via Augusto Conti, San Miniato) si inaugura la mostra di Andrea Rauch "I Miei Ubu", aperta fino al 25 settembre (da mercoledì a sabato ore 18/19,30).

Oltre all’autore, a Loredano Arzilli assessore alla cultura e altri rappresentanti del Comune di San Miniato, parteciperanno alla serata, Massimo Schuster, formidabile animatore dei burattini creati dal grandissimo Enrico Baj, Duccio Scheggi del Collage de Pataphysique, la scienza delle soluzioni immaginarie, che porta avanti le idee di Alfred Jarry e Alessandro Gigli, il grande burattinaio che nel 1990 debuttò nella chiesa di San Martino a San Miniato, con lo spettacolo “Ubu Cocu” di Jarry, nel bellissimo teatrino di carta di Andrea Rauch, che in occasione della mostra sarà esposto nello Spazio dell’Orcio.

Sarà una serata di grande livello, che presenta il lavoro di Andrea Rauch, un artista di livello internazionale, presente nelle più prestigiose collezioni di grafica al mondo, autore di numerosi libri che raccontano la storia e l’evoluzione di una materia così particolare, dove l’arte si incontra con l’industria e con il design. Anche questo viaggio accanto a Jarry ha questo senso, il suo Ubu è una figura assolutamente debordante, che può trarre ispirazione da tanti dittatori che hanno attraversato la storia, ma che è anche alla base di tutta l’arte e il teatro d’avanguardia del 900 (il primo Ubu risale addirittura al 1896).

L’inaugurazione della mostra sarà anche l’occasione per l’uscita di un libro a fumetti, disegnato da Rauch, intitolato “Ubu. I dialoghi del Padre e della Madre” (edito da La conchiglia di Santiago, con scritti di Rauch, Schuster, Andrea Mancini).

Andrea Rauch

Ha disegnato manifesti, progettato mostre e illustrato libri per le case editrici Guaraldi, La Casa Usher, Electa. Cofondatore dello studio di progettazioni visive Graphiti (Firenze, 1983-1993), tra il 1975 e l’89 ha partecipato, insieme al socio Stefano Rovai, al movimento Grafica di Pubblica Utilità che, dalla metà degli anni '70, cercò di spostare l'attenzione progettuale dalle grandi alle piccole città, dalla comunicazione d'impresa alla comunicazione culturale e sociale. Con questo quadro di riferimento Rauch entrò in contatto, con alcuni gruppi e personaggi del panorama internazionale fra i quali il gruppo francese Grapus (Pierre Bernard, Gerard Paris-Clavel, Alex Jordan), che accentuò la sua volontà di intervenire nella comunicazione politica e sociale, il maestro di grafica americano Milton Glaser, l'illustratore Maurice Sendak per cui allestì nel 1987 al Salon du Livre de Montreuil l'antologica personale, e Leo Lionni, che fu per Rauch un maestro, oltre che un amico. Nella sua carriera professionale Rauch ha disegnato più di 700 manifesti che fanno parte delle collezioni del Museum of Moder Art di New York, del Musée de la Publicité del Louvre di Parigi e del Museum für Gestaltung di Zurigo. Numerosi sono i suoi libri di storia della grafica e del manifesto.

Ha scritto su di lui Gillo Dorfles: “Un grande ‘umanizzatore’ di marchi, di sigle di logo, è certamente Andrea Rauch. Dietro a ogni immagine, anche quella in apparenza più esatta e lineare, si cela sempre un elemento di partecipazione umana, di inventiva artistica. Perché, ed è questa una delle costanti nell'attività grafica di Rauch, tanto nelle sue più schematiche opere pubblicitarie, quanto nelle sue più libere illustrazioni "pittoriche", troviamo sempre condensate le qualità "funzionali" di chi deve costringere l'attenzione del pubblico verso un preciso elemento figurativo e verso il significato dello stesso; e d'altro canto, le qualità estetiche, troppo spesso trascurate da molti designer e che invece, qui, sono sempre presenti.”

Fonte: Ufficio Stampa



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