Bombe d’acqua e grandine come avvenuto due giorni fa nelle campagne fiorentine, in particolare nella zona di Bagno a Ripoli e Grassina, sono fenomeni sempre più diffusi e anche se avvengono in aree limitate, in piccoli comuni e realtà circoscritte, portano a gravi danni per le imprese agricole che sono coinvolte.
A sottolinearlo è la Cia Agricoltori Italiani della Toscana, mentre nelle aziende agricole della provincia di Firenze, colpite dal maltempo, è in corso il conteggio dei danni.
“L’ennesima calamità naturale, ormai sempre più frequente – commenta Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana -. E’ necessario rivedere completamente il sistema di interventi a sostegno delle aziende per quanto riguarda le calamità, bisogna che l’emergenza sia affrontata in modo diverso. In casi come quelli dei giorni scorsi non si risolve il problema solo con le assicurazioni contro le calamità, ma sono necessari interventi e liquidità immediata sospensione delle rate dei mutui e comunque indennizzi per il risarcimento del danno che siano adeguati e non dopo 3-5 anni dando solo percentuali che vanno dal 2 al 5% come da circa venti anni accade regolarmente in Toscana ed in Italia” aggiunge Berni.
Nella serata di Ferragosto sono bastati quaranta minuti di grandine e due ore e mezzo di pioggia incessante per rovinare intere produzioni di ortaggi, olive a terra a pochi mesi dalla raccolta (e piante danneggiate) e vigneti distrutti a poche settimane dalla vendemmia con raccolti persi interamente.
“I sacrifici, il lavoro e gli investimenti pluriennali degli agricoltori – conclude il presidente Berni - in pochi minuti vengono cancellati. Non basta affermare che sono gli effetti dei cambiamenti climatici, anche la politica e le istituzioni devono intraprendere cambiamenti al passo con i nuovi scenari”.
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