E’ un ucraino e si chiama Oleg Gutsul il disegnatore più bugiardo la mondo. Ha vinto la 46esima edizione del Campionato italiano (e mondiale) della Bugia, che aveva il cinema come tema, disegnando gli spettatori che si recano a vedere il film Titanic, portandosi dietro i salvagente.
Vive a Napoli e si chiama Raffaele Mollica, il disegnatore più bugiardo d'Italia con “Fuga dalla scena” che rappresenta una pellicola composta da due fotogrammi. Nel primo c'è la guerra, nel secondo la pace con i protagonisti del primo che fanno di tutto per entrare nel secondo, scappando come possono per essere accolti in un modo di pace: la guerra non è bella nemmeno nei film.
E’ una donna, si chiama Maria Zaira Limongi e vive a Roma, la scrittrice più bugiarda. L’ha scelta Sandro Veronesi, che del suo “Effetti speciali” ha dato questo giudizio: “declina il tema del cinema in un modo originale e inaspettato e, pur così breve, è scritto benissimo”. Che, detto da lui, è proprio un bel complimento per chi ha raccontato come una donna ucraina incinta, sotto i bombardamenti si rifugi in un cinema e parli con la bambina che porta in grembo e per tranquillizzarla le dice che i boati che sente non sono che effetti speciali cinematografici.
E’ Paolo Rinaldi di Pieve a Nievole (PT) il vincitore della gara radiofonica andata in onda ai microfoni di Radio Toscana, media partner del Campionato. Il neonato premio intitolato a Luca Boschi per la striscia più bugiarda se l’è aggiudicato Mirko della Battista di Sanremo.
Sono questi i verdetti della 46esima edizione del Campionato italiano della Bugia, in attesa dell’incoronazione del raccontatore e del bimbo più bugiardi d’Italia, prevista a Le Piastre nel pomeriggio di domani, domenica 7 agosto. Tutti i concorrenti si sono misurati con il tema del cinema.
Il Bugiardino d’argento per la grafica italiana è andato al fiorentino Emilio Guazzone e per quella straniera all’iraniano Alireza Pakdel. Bugiardino di bronzo a Agostino longo di Salerno e all’uzbeco Makhmudjon Eshonkulov.
Il premio Pitillo la giuria popolare l’ha assegnato al disegnatore Gian Lorenzo Inghirami.
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