Rendere più efficienti le politiche di sostegno che la Regione realizza tramite il programma regionale di sviluppo e gli altri atti della programmazione nei comuni termali della Toscana. E, per questo obiettivo, individuare i comuni termali intesi quali territori urbani all’interno dei quali il termalismo costituisce un fattore di sviluppo urbano, nonché una caratteristica importante dello sviluppo economico, ricettivo ed occupazionale del contesto di riferimento.
Sono queste, in sintesi, le finalità di una proposta di legge regionale denominata “Disposizioni di sostegno al settore termale. Modifiche alla l.r. 38/2004” presentata da Marco Niccolai, consigliere Pd e presidente della commissione Aree interne.
«Il settore termale costituisce una risorsa importante della Regione Toscana, sia in termini di promozione della salute che dal punto di vista dello sviluppo turistico – spiega Niccolai – Abbiamo l’esigenza di rendere più omogenee ed incisive le politiche di settore, in particolare quelle di sostegno ai comuni interessati. Con la mia proposta di legge, che nasce dal confronto con varie associazioni di categoria, ho inteso riempire un vuoto normativo che era emerso nel confronto nella Commissione che presiedo, introducendo una precisa categorizzazione dei comuni termali, territori che in gran parte fanno parte delle cosiddette aree interne. Sono 23 i comuni termali, secondo quanto ha definito la giunta regionale in un recente bando a sostegno delle attività che vi operano: la Regione deve occuparsi assolutamente delle società termali di cui è azionista ma il termalismo in Toscana non è solo una questione di partecipazioni azionarie nelle società pubbliche ma un asset che deve essere valorizzato a tutto tondo, ad esempio sia tramite la promozione che la rigenerazione urbana dei centri interessati, dove il termalismo segna nel profondo il tessuto cittadino. Un riconoscimento non formale, che intende valorizzare il ruolo del termalismo e la sua diffusione sul territorio regionale che è molto capillare. Una nuova impostazione che, se accolta dal Consiglio regionale, sono sicuro porterà benefici a quei comuni, contribuendo alla ripartenza dei territori più periferici anche in un ottica di benessere e qualità della vita. Molti di questi comuni sono situati nelle aree interne: il termalismo può essere una carta in più per la loro crescita economica e sociale. Questa proposta di legge è una base su cui negli atti di programmazione la Regione potrà costruire negli anni modalità specifiche di supporto in un'ottica di programmazione pluriennale, un po' come è accaduto con i comprensori sciistici. Adesso – conclude Niccolai – inizia il percorso nelle commissioni dove la proposta di legge potrà essere ancora di più arricchita con spunti e integrazioni».
Nel dettaglio la proposta di legge è composta di due articoli.
Con l’articolo 1, viene previsto che la Regione attui le politiche di sostegno e promozione del settore termale, riferite anche al complessivo contesto economico-ricettivo dei territori interessati, tramite il programma regionale di sviluppo e gli altri atti della programmazione regionale, dando priorità, in particolare, agli interventi di riqualificazione del patrimonio idro-termale e di rigenerazione urbana.
A tal fine con l’articolo 2 si interviene a modificare la l.r. 38/2004 aggiungendo un allegato (allegato A) alla predetta legge in cui si individuano quali ambiti ottimali per le azioni di sostegno regionale i comuni termali della Toscana.
Allegato A - Comuni termali della Toscana:
Bagni di Lucca, Campiglia Marittima, Casciana Terme Lari, Castiglione d’Orcia, Chianciano Terme, Fivizzano, Gambassi Terme, Grosseto, Manciano, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Montepulciano, Monticiano, Montignoso, Pitigliano, Pontremoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Giuliano Terme, San Quirico d’Orcia, Sassetta, Sorano, Sovicille.