Tavolo ex Gkn, "manca chiarezza sul progetto". Collettivo: "31 agosto ultima chiamata"

Riunite istituzioni, Qf, sindacati e Rsu, investitori assenti. Prossimo tavolo plenario il 31 agosto, termine ultimo secondo il cronoprogramma


Questa mattina di giovedì 4 agosto si sono tenute due riunioni per l'ex Gkn di Campi Bisenzio. La prima ha visto l'incontro tra istituzioni e Qf, la seconda tra istituzioni, sindacati e rsu. Qui è stata accolta la proposta della Regione Toscana, presente con consigliere del presidente della Regione per lavoro e crisi aziendali Valerio Fabiani, riferita alla necessità di interloquire anche con i partner di Qf. Le istituzioni – oltre alla Regione, Ministero dello sviluppo economico e Ministero del Lavoro – contatteranno direttamente le aziende che hanno aderito al consorzio di imprese dedicato all’industria 5.0, di cui fa parte anche Qf, e che questa mattina non erano presenti alla riunione convocata dal Mise, contrariamente a quanto richiesto all’ultima riunione del tavolo in plenaria.

Il tavolo plenario per l’ex Gkn tornerà a riunirsi il 31 agosto, termine ultimo secondo il crono programma contenuto nell’accordo firmato tra le parti a gennaio.

Collettivo Gkn: "31 agosto ultima chiamata"

Si è appena concluso il tavolo Mise sulla vertenza ex-Gkn, dopo l'incontro che si è svolto tra il proprietario di QF Francesco Borgomeo con il Ministero in assenza degli investitori, dopo le dichiarazioni della settimana scorsa sul consorzio, su cui l'RSU aveva scelto deliberatamente il silenzio in vista della riunione del Tavolo tecnico di oggi.

"La nostra posizione sul Consorzio, era conosciuta in anticipo dalla stessa azienda" sottolinea l'RSU ex Gkn, "il 25 luglio l’assemblea dei lavoratori aveva approvato e trasmesso all’azienda un documento che sottolineava come il consorzio sarebbe stato "un passaggio né concordato con noi, né condiviso né tanto meno chiaro. Né a noi, né, ci permettiamo di dire, al tavolo istituzionale".

Posizione che l’azienda ha ignorato, dando vita a uno show mediatico il cui scopo era costruire una propria narrazione sulla pelle di questa vertenza e di questo territorio, per fare evidentemente pressione sul tavolo istituzionale stesso. Come ribadisce lo stesso Borgomeo a mezzo stampa oggi: "La reindustrializzazione dello stabilimento di Campi sarà realizzata da Qf e non dal Consorzio Iris Lab che rimane solo un centro di ricerca". Del resto la stessa RSU sottolinea come il Consorzio sia per definizione una delle forme più ibride e meno vincolanti del rapporto tra aziende.

"Il punto non è essere contro o favore a un Consorzio di ricerca e senza scopo di lucro" rilancia l'RSU, "ma è che la nascita del Consorzio non è il closing, né chiarisce i vincoli di investimento, né risponde alle numerose domande che abbiamo fatto riguardo ai presupposti di solidità e continuità del processo di investimento e reindustrializzazione". Per questo "abbiamo trovato totalmente fuori luogo l’apertura di credito da parte del Sindaco della Città Metropolitana alla nascita del Consorzio".

La verità è che il tavolo istituzionale è ormai a un'impasse. E lo è interamente per responsabilità aziendale. Invece di addivenire a una discussione seria e fornire tutti gli elementi di trasparenza e chiarezza, Borgomeo prova scaricare su lavoratori e istituzioni le proprie responsabilità, dichiarando che le difficoltà a ottenere la cassa integrazione e la presunta inagibilità dello stabilimento sarebbero motivi bloccanti.

"Di fatto siamo al tentativo di ottenere cassa integrazione e smantellamento dello stabilimento sotto pressione emotiva e ricatto" chiarisce l'RSU, posizione ripetuta da mesi e ribadita dall’ultimo documento votato dall'assemblea dei lavoratori (25 luglio) che sottolinea come "ancora all'ultimo incontro abbiamo sentito il dottor Borgomeo affermare che è tutto pronto ma mancano solo due elementi per dare il via al progetto: l'agibilità dello stabilimento e la cassa integrazione che non viene concessa. Ancora una volta si invertono causa ed effetto: la cassa integrazione non viene concessa perché non c'è chiarezza sul progetto, non il contrario. E lo stabilimento è perfettamente agibile. Il punto è che i lavoratori non hanno alcuna intenzione di smantellarlo senza chiarezza sulla sua reindustrializzazione".

La prossima riunione del tavolo, il 31 agosto, "per noi rappresenta l’ultima chiamata" conclude l'RSU. "Abbiamo indicato pubblicamente e ripetutamente le richieste, le domande, le proposte per fare un passo avanti. Siamo all’ultimo giro, dopo il quale l’assemblea permanente dovrà decidere se e come tornare a mobilitare l’intero territorio. Il collettivo di fabbrica e questo territorio non sono né raggirabili, né ricattabili".

Fiom Cgil: "Vertenza tutt'altro che conclusa"

"Si è tenuto oggi l’incontro tra Mise, Regione Toscana, organizzazioni sindacali ed RSU a valle del tavolo tecnico tra Istituzioni ed azienda. Le Istituzioni hanno riportato che non ha partecipato al tavolo tecnico nessun rappresentante delle aziende che afferiscono al Consorzio annunciato a mezzo stampa alcuni giorni fa da QF e che il dott. Borgomeo dichiara delle difficoltà inerenti l’ammortizzatore sociale e l’agibilità dello stabilimento.

Come Fiom Cgil e RSU abbiamo ribadito che la nascita del Consorzio non rappresenta di per sé la garanzia della reindustrializzazione e neanche del closing. Come già detto più volte è necessario conoscere gli investimenti, il progetto complessivo, il piano industriale e l’attuazione del cronoprogramma.

Abbiamo anche ricordato che l’Assemblea dei Lavoratori ha già dato risposta ai problemi posti dal dott. Borgomeo nel documento approvato il 25 luglio scorso dove si diceva che: “Ancora all'ultimo incontro abbiamo sentito il dottor Borgomeo affermare che è tutto pronto ma mancano solo due elementi per dare il via al progetto: l'agibilità dello stabilimento e la cassa integrazione che non viene concessa. Ancora una volta si invertono causa ed effetto: la cassa integrazione non viene concessa perché non c'è chiarezza sul progetto, non il contrario. E lo stabilimento è perfettamente agibile. Il punto è che i lavoratori non hanno alcuna intenzione di smantellarlo senza chiarezza sulla sua reindustrializzazione".

Infine, abbiamo ribadito che la narrazione pubblica di questa vertenza negli ultimi tempi risulta fuorviante, poiché ad oggi tutti gli elementi di chiarimento richiesti sulla fattiva presentazione di un progetto sono rimasti senza risposta.

Non permetteremo a nessuno di strumentalizzare questa vertenza per fini politici o interessi di parte, visto anche l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale: la reindustrializzazione è un processo che, come previsto dall’accordo quadro del 19 gennaio, se non portato avanti da altri soggetti deve essere realizzato dal dott. Borgomeo stesso.

In ragione di tutto ciò abbiamo richiesto la riconvocazione in plenaria del tavolo, che il Mise si è impegnato a riconvocare entro la fine del mese". Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale Automotive per la Fiom-Cgil, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia, e RSU Fiom QF.

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