No Base Coltano, il Movimento vuole crescere dopo la caduta del governo

Nelle ultime settimane abbiamo fatto iniziative, assemblee e volantinaggi nei quartieri coinvolti nell’eventuale spacchettamento della base militare, creando un filo rosso che collega alcuni territori periferici della città. Le scelte calate dall’alto sul territorio sono molto lontane dalle reali necessità manifestate dagli abitanti, colpiti duramente dall’intreccio di crisi sociale, economica e sanitaria.

Una delle prime cose che emerge dall’abbandono delle periferie è l’isolamento e il senso di abbandono rispetto al centro cittadino. Isolamento dovuto dalla mancanza o dalla carenza di trasporto pubblico, di adeguati presidi sanitari e di spazi di aggregazione, di cui le istituzioni sono responsabili, ma a cui oggi le stesse istituzioni si aggrappano per giustificare il progetto della base militare che, a loro dire, risolverebbe questi problemi.

In realtà, la base militare nulla ha a che vedere con le esigenze specifiche di questi quartieri che ancora attendono lo smantellamento e la bonifica dell’inceneritore a Ospedaletto, la pulizia dei residui radioattivi dell’ex reattore nucleare del Cisam a San Piero a Grado, la bonifica delle aree in cui si trovano i fanghi tossici usciti allo scoperto con l’inchiesta Keu. Cose urgenti e necessarie per la salute e la sicurezza pubblica, cose prioritarie rispetto alla base militare.

Proprio grazie agli incontri svolti in questi quartieri è stato possibile smontare alcuni falsi miti che la propaganda istituzionale ha malevolmente diffuso per edulcorare questo progetto di devastazione ambientale. Non si tratta di una caserma di prossimità dei carabinieri dedicata al presidio del territorio, ma si tratta di una vera e propria base militare atta ad ospitare il Gruppo di Intervento Speciale del reggimento Tuscania da sempre impegnato nelle missioni all’estero, ambito a cui recentemente il governo ha assegnato nuove risorse economiche. Proprio in quelle zone dove oggi è sempre più necessario ricreare comunità attraverso la messa a disposizione di spazi di aggregazione e confronto, si andrebbe a sottrarre ulteriore territorio.

Altro importante risultato di questi giorni è quello di aver diradato il fumo negli occhi gettato dal balletto tra Lega e Partito Democratico de “la base dove la metto”. Oggi possiamo dire che alcuni semi di una consepelvolezza comune sono stati piantati, consapevolezza di non essere soli e di poter fare qualcosa per affermare il diritto a veder risolti i problemi reali prima di subire passivamente le decisioni prese unilateralmente dall’alto.

Intanto la commissione Europea ha preso in considerazione la denuncia relativa al progetto della base militare di violazione del diritto europeo in materia ambientale.

Noi continueremo a crescere e a tessere relazioni su tutto il territorio nazionale.

Fonte: Movimento No Base né a Coltano né altrove

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