Il Comitato Empoli per la Pace ribadisce il no all’invio delle armi da parte del governo Draghi all’Ucraina.
Ci sarà un nuovo decreto interministeriale che autorizza l’invio di armi in Ucraina. Sarà il quarto da quando è iniziato il conflitto. Lo ha anticipato il ministro della Difesa del governo Draghi, Lorenzo Guerrini al Copasir – il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica - durante l’audizione che si è tenuta mercoledì 27 luglio.
Il ministro ha illustrato il contenuto del decreto che autorizza, come i precedenti, la cessione di mezzi, di materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina. Quantità e tipologia degli invii restano secretati, secondo quanto ha deciso il governo da quando, il 28 febbraio scorso, ha deliberato per la prima volta l’invio di armi in Ucraina.
Il Comitato Empoli per la Pace fin da subito ha contrastato questa decisione governativa. E ribadisce ancora una volta, con maggiore forza: no alle armi, sì alla diplomazia.
Il Comitato ha cercato di contrastare questa decisione e di coinvolgere l’opinione pubblica con diverse iniziative. Prima lanciando una petizione, poi con l’organizzazione di una Notte Bianca servita a discutere, con esperti, le questioni del conflitto.
E, adesso, con l’iniziativa in corso della Tenda della pace, presidiata, ogni giorno, dai cittadini, nella centralissima piazza della Vittoria.
Ancora una volta il Comitato promotore di Empoli per la Pace dice no all’invio di armi.
"Siamo solidali con i cittadini ucraini vittime di una aggressione da parte della Russia, con le vittime di tutte le altre guerre dimenticare, con chi in Russia si batte per la pace e con chi ha subito persecuzioni antirusse", è il principio ispiratore del Comitato empolese.
La richiesta del Comitato Empoli per la Pace alle istituzioni nazionali e internazionali è chiara:
- che si fermi l’invio delle armi, sempre più potenti e letali, per riaprire lo spazio della diplomazia
- di investire tutte le energie possibili in uno sforzo diplomatico che possa avvicinare le forze in conflitto: un’attività diplomatica e di dialogo che oggi può apparire difficile ma che, ne siamo certi, sia l’unica che può portare a una ricomposizione del conflitto
- di coinvolgere in questa attività le più importanti istituzioni internazionale
- di fermare la corsa al riarmo
- di portare avanti con forza il percorso èer l’eliminazione delle armi nucleari che rappresentano il pericolo più grande per la sopravvivenza dell’umanità. In questo senso l’Italia dovrebbe ratificare il trattato di proibizione delle armi nucleari.
Fonte: Empoli per la pace
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