Apprendiamo dalla stampa che la Regione Toscana ed alcuni Comuni hanno sottoscritto accordi con le imprese per vincolarle al territorio. L’industria è in trasformazione, siamo di fronte a passaggi epocali che riguardano transizioni tecnologiche ed ambientali in tutti i settori ed è importante che le aziende investano.
I lavoratori dovranno essere riqualificati e formati perché cambieranno i modi di produrre. Le filiere produttive e la stessa organizzazione del lavoro verranno modificate.
In questo panorama é poco comprensibile la posizione delle istituzioni, in particolare nella messa a disposizione di fondi pubblici, in quanto la capacità di investimento non si deve soltanto alle aziende, ma soprattutto alla capacità professionale dei lavoratori. Non esistono imprese senza i lavoratori, e se vengono decisi dei progetti di sviluppo, non è possibile che le scelte passino sopra la testa dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
Vogliamo contribuire con le nostre idee autonome e le nostre proposte al progresso delle imprese. Se le aziende usufruiranno di sostegni e fondi pubblici, dovranno garantire sviluppo nell’interesse della collettività, assunzioni, garanzie occupazionali. Ci vuole un’idea di sviluppo di tutta l’industria Toscana e un’analisi sulle sue prospettive.
Riteniamo che sia necessario aprire un tavolo con la Regione Toscana per comprendere i progetti che saranno finanziati, i piani industriali e di rilancio, le ricadute occupazionali e come estendere i diritti a tutti i lavoratori dello stesso ciclo produttivo.
Non ci stiamo a fare gli spettatori. La Fiom sarà puntuale sulla proposta, ma se necessario anche sulla protesta, aperti a qualsiasi tavolo di confronto in ogni sede per contribuire a favorire uno sviluppo fondato sulla funzione sociale dell’impresa e nell’interesse dei lavoratori.
Massimo Braccini e Daniele Calosi, Segreteria Regionale Fiom Cgil Toscana
Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze
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