Il rendiconto generale della Regione Toscana per l'anno 2021 ha evidenziato un saldo contabile positivo di 346,08 milioni, ma a causa di 'quote vincolate e accantonate' pari a 1,8 milioni, risulta comunque negativo di circa 1,5 milioni di euro. A 'pesare' sul bilancio è stata la pandemia da Covid 19 e le rispettive spese sul piano sanitario ed economico.
Se le spese sul quel fronte erano attese, la sorpresa è arrivata su un altro capitolo: quello delle spese dello staff dell'Ente. Il procuratore regionale della Corte dei Conti parla infatti di una "situazione che necessita di un'approfondita riflessione" riguardante la "spesa relativa al trattamento accessorio del personale di staff assegnato alle strutture di supporto degli organi politici", e parla di "profili di estrema gravità, che sollevano addirittura dubbi di legittimità costituzionale della legge toscana". Il procuratore ha quindi chiesto di emettere la pronuncia di parificazione del rendiconto generale della Regione Toscana, ma ad esclusione delle spese per questa tipologia di personale a causa delle "numerose illegittimità rilevate".
Sotto la lente di ingrandimento finisce anche il modello delle Partecipazioni su cui il procuratore esprime "perplessità". Nonostante fosse una spesa attesa, il dibattito politico sembra concentrarsi sulla gestione sanitaria, su cui le opposizioni hanno evidenziato criticità e chiedono cambi di passo. Di seguito il dettaglio delle varie annotazioni sul rendiconto.
Il salario accessorio del 'personale di supporto': 2,2 milioni di euro per 157 unità
La legge regionale 8 gennaio 2009 prevede 'Uffici di Segreteria' per tutti gli organi politici e di governo della Regione e prevede Uffici di Gabinetto per il presidente della Giunta e per il presidente del Consiglio regionale. Stando ai dati resi noti dal procuratore generale la Regione spenderebbe 2,2 milioni di euro per 157 unità. Di questi 1,2 milioni circa sono corrisposti al personale di staff della Giunta e 1 milione circa è corrisposto al personale di staff del Consiglio e agli addetti alle segreterie dei gruppi consiliari. La Corte punta il dito sui salari accessori destinati alla macchina organizzativa. Gli importi variano tra un minimo di 9.500 euro ed un massimo di 22.600 euro per il personale diverso dai responsabili, mentre per questi ultimi gli importi oscillano tra 43.000 e 94.000 euro.
Una notazione di tipo finanziaria che oltre a mettere in dubbio la legittimità stessa della spesa, su cui si interrogheranno gli organi preposti, apre però un capitolo tutto politico: la spesa dello staff riguarda l'organizzazione dell'agenda dei vari eletti, ma anche la visibilità e quindi la capacità di generare consenso politico, per la maggioranza come per l'opposizione. Se da una parte, infatti, è necessario che gli organi regionali comunichino le proprie iniziative e quelle dei suoi organi, dall'altro è inevitabile che questa comunicazione sia indirizzata all'elettorato per aumentare il proprio appeal politico. Si tratta quindi di una spesa certamente legittima, ma che ha al suo interno anche una componente tutta politica. Basta dopo tutto evidenziare l'importanza che ha assunto l'attività di comunicazione sin dall'elezione a presidente del Consiglio regionale di Eugenio Giani. La visibilità, l'autorevolezza e la vicinanza ai territori ha determinato una presenza 'comunicativa' importante che è aumentata con l'elezione a presidente della Regione. Una spesa che quindi, a fronte delle riserve del procuratore, apre una riflessione di tipo politico sulla gestione di questo personale e delle sue attività.
Sulla questione, però, Giani non sembra rilevare particolari criticità e parla di una semplice annotazione che sarà superata modificando la legge regionale. Queste le sue parole: "Nelle sue valutazioni, anche di criticità, la Corte dei Conti complessivamente ci ha fatto un plauso sul modo in cui vengono gestiti i conti in Toscana del nostro bilancio. L'unica cosa su cui c'è l'eccezione è per il salario accessorio delle persone che lavorano a supporto degli organi politici. Ma è una semplice sospensione su cui risponderemo in modo concordato a ottobre quando dovremmo modificare la legge".
La spesa sanitaria: "Rilevanti criticità"
Nella decisione sul rendiconto generale si esprime anche "rilevanti profili di criticità" in merito ai rapporti finanziari tra la Regione e gli enti del Sistema Sanitario regionale. "Emerge, in particolare, - si legge nel rendiconto - la difficoltà della Regione nel garantire agli enti del Ssr trasferimenti di cassa sufficienti alle rispettive esigenze di spesa, pur in presenza di giacenze di considerevole importo che rimangono immobilizzate sul conto sanitario regionale".
"La Regione - si legge ancora nel documento - continua da anni a provvedere alla ripartizione finale delle risorse a valere sul Fsr molti mesi dopo la chiusura dell'esercizio di riferimento, procedendo ad assumere, nel frattempo, impegni 'generici' senza l'individuazione di uno specifico beneficiario e destinati ad essere conservati nel bilancio regionale come residui impropri fino al momento del pagamento, che può intervenire anche a distanza di anni ed essere riferito al Fsr di competenza di esercizi successivi. Si viene continuamente a creare, in questo modo, una sovrapposizione tra la gestione di competenza e la gestione dei residui che, come più volte osservato, non consente di verificare dal bilancio regionale l'effettiva destinazione del Fsr di ciascun esercizio e la misura dei pagamenti effettuati e da effettuare sullo stesso".
Per la Corte dei Conti "gli effetti negativi di questa 'distorsione' si sono manifestati nell'esercizio in esame rispetto alla gestione delle risorse straordinarie assegnate dallo Stato alle regioni per fronteggiare gli effetti dell'emergenza sanitaria e compresi nel Fsn 2021".
Critiche anche sul versante delle partecipazioni
La Corte dei Conti fa alcune rilevazioni anche sul profilo delle società partecipate evidenziando le "medesime criticità già segnalate nelle precedenti relazioni di accompagnamento alla parifica: scarsa capacità della Regione di esercitare compiutamente i diritti scaturenti dal proprio status di socio di maggioranza/controllo e pervicace mantenimento delle partecipazioni, nonostante l'evidente situazione di crisi strutturale ed irreversibile in cui versano molte delle società partecipate o controllate"
La Corte dei Conti evidenzia quindi alcune "perplessità" per le scelte della Regione, "tanto in riferimento all'impatto di tali scelte sul bilancio sia in riferimento alla sana gestione delle risorse pubbliche". La Corte dei Conti punta il dito su Fidi Toscana, società in perdita dal 2015, ma su cui la Regione ha ritenuto di mantenere la propria partecipazione: "la genericità delle previsioni di razionalizzazione e i dubbi in riferimento alla configurabilità della società come a controllo pubblico si sommano alla forte preoccupazione per il pervicace mantenimento di una società che pesa per il 96% sul fondo perdite partecipate e che nel tempo ha dato ampiamente prova di non esser capace ad uscire dalla crisi in cui versa ormai da anni", si legge nella relazione.
Sotto la lente di ingrandimento anche le Terme di Montecatini per la quale "anche quest'anno nessuna soluzione concreta" è stata trovata dalla Regione. L'analisi della Corte dei Conti ha infine evidenziato "criticità rilevanti anche per le tre società del settore fieristico", ovvero l'Internazionale Marmi e Macchine Carrara, Firenze Fiera e Arezzo Fiere e congressi.
I COMMENTI POLITICI
Tozzi (Toscana Domani): "Rilevate criticità su gestione spesa sanitaria"
“La Corte dei Conti ha certificato che le attuali modalità di gestione della spesa sanitaria nei rapporti tra Asl e Regione presentano criticità che rischiano di non garantire l’equilibrio economico; modalità che dovranno necessariamente trovare correzione. C’è insomma - commenta la consigliera regionale Elisa Tozzi (gruppo Toscana Domani) - un problema di programmazione ‘a monte’, chiaramente rilevato dai magistrati contabili, da risolvere quanto prima”.
“La nostra proposta – aggiunge Tozzi - è quella di istituire una struttura direzionale dedicata alla programmazione specifica e alla gestione delle risorse sanitarie, in grado di uniformarsi agli indirizzi della Corte, che possa monitorare e garantire l’equilibrio economico nella gestione. Altrimenti, si rischia di non uscire mai dall’emergenza”.
Torselli e Petrucci (FdI): "Fallimento del modello sanitario toscano"
“Come abbiamo già avuto modo di denunciare in diverse occasioni, da ultimo per gli Stati generali della Salute con il ministro Speranza, il problema della sanità toscana non è la mancanza di fondi bensì una maldestra gestione delle risorse finanziare che si riflette in una cattiva gestione amministrativa. Il giudizio di parifica della Corte dei Conti inquadra chiaramente il problema, non siamo solo noi dell'opposizione a denunciare le mancanze del sistema sanitario toscano. La prassi della Regione di esternalizzare l'indebitamento fa gravare il debito sulle Aziende sanitarie, perché la Toscana incassa subito le risorse ma aspetta anche anni prima di erogarle? Siamo di fronte a un disordine finanziario che produce soltanto problemi e taglia le gambe a politiche di lungo respiro. Nell'epoca di 'Pantalone' quando il nostro sistema sanitario era letteralmente un pozzo senza fondo, l'errata gestione delle finanze pubbliche si annacquava in un sistema sanitario alla parvenza efficiente. Oggi abbiamo scoperto che quel pozzo ha un fondo e la cattiva amministrazione delle risorse si riflette in disservizi quotidiani.
Quando si approvano i bilanci preventivi successivamente alla chiusura dell'anno finanziario, è evidente che siamo nel caos. La legge consente di farlo ma questo non mette al riparo il sistema sanitario da una situazione disastrata e disastrosa. Il bilancio preventivo è l'unico strumento che permette di fare una programmazione finanziaria e politica adeguata. Approvando i bilanci preventivi dopo il 31 dicembre non può esserci alcun tipo di programmazione finanziaria, politica e amministrativa” lo dichiarano il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano Francesco Torselli e Diego Petrucci, consigliere regionale FdI e membro della Commissione SanitàGalletti (M5S): "Regione stroncata nella gestione dei conti"
“Sono stupefatta dalle parole di Giani che ritiene positivo il giudizio della Corte dei Conti, probabilmente si è confuso con quello di un’altra Regione.” Ad affermarlo è Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 stelle in Consiglio Regionale a commento di quanto emerso dall’udienza pubblica del giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione Toscana per l’esercizio 2021.
“Il severo giudizio dei magistrati della Corte dei Conti in merito al ‘pervicace mantenimento delle partecipazioni’ e questo ‘nonostante l’evidente situazione crisi strutturale irreversibile in cui versano molte delle società partecipate o controllate’ dovrebbe provocare ben altri stati d’animo. Fidi Toscana, ad esempio, per anni è stata gestita nella direzione dell’house providing salvo poi essere stata oggetto, in extremis, di un repentino cambio di rotta che l’ha indirizzata verso l'alienazione sul libero mercato. Una modalità di gestione - secondo Galletti - contraddittoria e problematica di un’amministrazione che dimostra costantemente di navigare a vista nella gestione della cosa pubblica. Per non parlare delle Terme di Montecatini: la crisi strutturale della partecipata è un fatto noto, ma a differenza delle altre può vantare un patrimonio immobiliare (riconosciuto per il suo pregio anche dall’Unesco) superiore ai 50 milioni di euro, nonostante i circa 40 milioni di debito. Una società che con interventi mirati può riprendersi, un patrimonio che deve rimanere pubblico e che ha le potenzialità per rigenerare un’economiache la malagestione politica ha consumato negli anni. Insomma, qualcosa di diverso da quello che propone la Regione. Inoltre, tutti quei soldi buttati in partecipate che si occupano di fiere, senza controllo, neanche laddove la Regione nominava i suoi rappresentanti. Tanto paga Pantalone.”
“E infine, colpo di grazia, l’analisi sulle ‘rilevanti criticità’ in merito alla gestione dei Conti della Sanità. Secondo i magistrati la Regione manifesta forti difficoltà nel garantire trasferimenti sufficienti agli enti del Servizio sanitario regionale, con considerevoli importi immobilizzati sul conto sanitario regionale e ‘destinati ad essere conservati nel bilancio regionale come residui impropri fino al momento del pagamento, che può intervenire anche a distanza di anni ed essere riferito al Fondo sanitario regionale di competenza di esercizi successivi.’ Tutto questo - evidenzia la Cinquestelle - con criticità rilevanti anche nell’esame, da parte della Corte dei Conti, di come sono state gestite le risorse straordinarie assegnate dallo Stato alle Regioni per fronteggiare gli effetti dell'emergenza sanitaria e compresi nel Fondo sanitario nazionale 2021.”
“Nonostante questo - attacca la consigliera regionale - per Giani “Nelle sue valutazioni, anche di criticità, la Corte dei Conti complessivamente ci ha fatto un plauso sul modo in cui vengono gestiti i conti in Toscana del nostro bilancio”. Francamente - conclude - è difficile capire cosa intenda esattamente il Governatore, l’unica spiegazione è che abbia assistito al giudizio di parificazione di un’altra Regione.”
Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 stelle in Consiglio Regionale della Toscana.
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