L’eclissi è finita. Splende, lunare, la 'nuova' Mercantia

(foto gonews.it)

Cronaca di una serata tra poeti, fuochi, saltimbanchi messicani e draghi toscani


L'eclissi di spettacoli in piazza e di vitalità imposta dalla pandemia è davvero finita e Mercantia è tornata ieri sera a risplendere nel borgo medievale di Certaldo Alto in tutta la sua meravigliosa, lunare bellezza.

La serata parte come ogni mercoledì lentamente, nel tardo pomeriggio, con gli ultimi stand di artigianato che montano, gli artisti che prendono posizione, ma già alle 20 sul Parterre di palazzo Pretorio si possono ascoltare suoni e voci lunari con “Eviolins e Emiliano Buttaroni” di bianco vestiti, poesie e canto, e alle 20:45, spostandosi dentro il giardino del Palazzo, tra gli oleandri in fiore, i Guascone Teatro ci raccontano con musicale ironia la storia finta o forse vera di tre sorelle migranti.

A “Sorellamen - la vera storia di tre sorelle finte”, che si snoda tra virtuosisimi canori e accompagnamento dal vivo al pianoforte, fanno da controcanto i fiati della Badabimbumband provenienti oltre il muro di cinta, in quel miscuglio di generi e di anime che è Mercantia, dove si può scegliere di rimanere fermi fino alla fine a gustare il piatto prescelto come in un ristorante stellato o di alzarsi per assaggiare un po’ di tutto come al buffet di una cerimonia nuziale.

E se per lo spettacolo precedente non c’era coda all’ingresso e ci si muoveva potendo contare le persone lungo via Boccaccio, la sindrome del “bicchiere mezzo vuoto” scompare in un attimo alle 21:30, nel giardino del Palazzo Stiozzi Ridolfi, pieno in ogni ordine di posti e anche oltre per il “Ritual de fuego” dei messicani Quetzacoatl. Non è la prima volta che questa formazione - come anche altre in programma quest’anno - si esibisce per il pubblico di Mercantia, ma ogni volta è diverso e stanotte forse ancora di più. Qualche variante nelle acrobazie di fuoco, lo scenario mai identico, il ritmo forsennato nelle percussioni che accompagnano tutto lo spettacolo fino al crescendo finale, con un ritmo ancestrale che come bpm (battiti per minuto) farebbe impallidire i campionatori delle discoteche di Riccione.

È uno spettacolo che ha replicato centinaia di volte nel mondo, che in migliaia avranno visto in qualche grande piazza di qualche capitale europea o in qualche altra festa di qualche altro borgo medievale (magari a fianco dell’insegna al neon di un ristorante o di un negozio di bigiotteria), ma qui è diverso.

Gli spettacoli di Certaldo, sul pavimento di ghiaia e polvere o di mattoni in cotto rosso, con il fondale di un muro irregolare di pietre, con le torri merlate aperte da finestre con grate di ferro battuto, è un altro spettacolo. È Mercantia che fa gli spettacoli e non viceversa. È uno spettacolo per il quale si è già “rientrati” della spesa del biglietto, come si suol dire. E gli applausi a scena aperta del pubblico lo dimostrano.

A differenza degli anni passati, retaggio stavolta positivo del Covid, ora si possono anche prenotare i posti seduti. Pochi lo fanno, ma la nuova abitudine potrebbe migliorare di molto la qualità degli spostamenti e le fastidiose code. Così come il servizio d’ordine all’ingresso consente di uscire e riversarsi in Piazza Santissima Annunziata senza sgomitare.

Entrati nello Stiozzi Ridolfi col sole appena tramontato, usciti in piazza con la notte piena non c’è che da scegliere, spettacoli per la vista, le orecchie o anche per il corpo, se desiderate ballare sulle note della Zastava Orkestar altra presenza fissa - ma indomita e imprevedibile - del festival.

Ma basta girarsi verso via Boccaccio e risalirla per imbattersi nelle novità. Primo fra tutti l’allestimento “lunare” con le installazioni curate da Francesca Parri Exponent ed i vicoli e le corti colorate di blu.

La luna quasi marmorea, collocata in cima alla torre di Casa Boccaccio, che guarda la luna vera che si scorge volgendosi dalla Casa del Poeta verso piazzetta degli alberelli. Una serenità rotta dall’improvvisa apparizione del Cromosauro - esoscheletro alto 5 metri e lungo 7 rivestito di tessuti e animato da un attore - realizzato da Circo Improvviso e Terzostudio.

E poi via verso altre mete, con gli spettacoli dal Convento degli Agostiniani ai Lavatoi, i Giardini Segreti rigorosamente su prenotazione, le lavorazioni artigiane dal vivo lungo via Rivellino e via Valdracca, per poi rifare il giro una, due volte, tre volte e un’altra ancora.

La Fata Lumì che illumina i sogni ci guarda e ci sorride. Non è invecchiata. Forse anche la pandemia è stata solo un brutto sogno?
E’ passata la bonaccia, si è alzato di nuovo il vento e la nave di Mercantia ha ripreso a veleggiare, l’approdo è incerto ma si può sognare… non guardate il dito, ma la luna. A Mercantia si può fare.

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Filippo Belli

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