Morto Eugenio Scalfari, in Toscana raccontò la sua vita per il giornalismo

eugenio scalfari
Eugenio Scalfari

Eugenio Scalfari (foto da Wikipedia)

Tutti i giornalisti italiani devono qualcosa a Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica e de L'Espresso, scomparso oggi a 98 anni. Uno dei padri fondatori di un nuovo modo di fare giornalismo, nel 1955 contribuì alla nascita del settimanale L'Espresso, nel '76 uno dei più grandi quotidiani italiani, La Repubblica.

La Toscana e Firenze lo ricordano con un evento in particolare, tenutosi alla Biblioteca delle Oblate ormai quasi 10 anni fa. Nel 2013 per la rassegna Leggere per non dimenticare Eugenio Scalfari presentò il suo libro La paassione per l'etica, un Meridiano dedicato a vita e opere.

Scalfari raccontò del suo rapporto con il giornalismo e con la scrittura, spiegando che il giornalismo è un viaggio fuori da noi stessi per raccontare il mondo, mentre chi scrive un libro fa un viaggio dentro se stesso.

La Toscana lo ha premiato anche con il Premio Capalbio e anche con l'attestato di cittadino onorario di Vinci.

I commenti

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Il senatore Dario Parrini appena appresa la notiza della morte di Eugenio Scalfari ha espresso il suo cordoglio con un post su Facebook: “Con la scomparsa di Eugenio Scalfari l'Italia perde un protagonista assoluto della cultura e del giornalismo degli ultimi sessant'anni. Personalmente non dimenticherò mai la grande emozione del 5 maggio 2007, quando in Biblioteca Leonardiana gli consegnai l'attestato di cittadino onorario di Vinci”.

Il sindaco di San Miniato Simone Giglioli ha ricordato: "Scalfari ha fatto il Liceo "Cassini" di Sanremo. Il suo compagno di banco era Italo Calvino ma il suo preside era il sanminiatese Cornelio Rossi, uno dei tanti nostri concittadini illustri che hanno incrociato la storia nazionale".

“E’ stato un gigante, ma non soltanto del giornalismo, un grande intellettuale a tutto tondo che ha saputo mostrare quanto possa essere forte il ruolo che il pensiero esercita nella quotidiana esistenza dell'uomo. E un protagonista diretto della vita politica italiana”. Con queste parole il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa di Eugenio Scalfari.

“Di Scalfari ho sempre apprezzato la lucida passione e la sferzante ironia con la quale riusciva a affrontare le analisi anche più difficili. E ogni domenica mattina dedicata con più calma alla lettura dei giornali, mi hanno accompagnato nel corso degli anni i suoi editoriali, rito irrinunciabile e spesso bussola nella labirintica massa degli eventi. La Toscana – prosegue - lo ha visto presenza costante per anni a Capalbio, in compagnia del fraterno amico Carlo Caracciolo con il quale condivideva un po’ d’ombra e tante conversazioni all’Ultima spiaggia. Addio a un profondo interprete della nostra epoca, che ha avuto sempre il coraggio di guardare avanti e di viaggiare nel grande mare aperto".

“Eugenio Scalfari, cittadino onorario di Vinci, è morto. Nel mio ufficio conservo gelosamente la foto con cui il sindaco Dario Parrini gli conferiva la cittadinanza onoraria. Scalfari è stato per me un riferimento: i suoi articoli, la sua voce mi hanno aiutato a consolidare un'opinione sui più importanti avvenimenti e fatti della storia del nostro paese negli ultimi trent'anni. Scompare uno dei più grandi protagonisti del giornalismo e della vita pubblica italiana italiana”.
Lo ha detto il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia, appresa la notizia della morte di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano “la Repubblica”.

Torchia ha evidenziato che Repubblica “è stato e continua ad essere un presidio della libertà di stampa, che ha raccolto e raccoglie il meglio del giornalismo italiano. È sicuramente il più influente e popolare organo di stampa del nostro Paese. La linea del giornale, nel corso della sua direzione, è stata vicina al Pci di Berlinguer, molto critica rispetto al Psi di Craxi, di attenzione ed apertura di credito verso il processo di rinnovamento della Dc del segretario democristiano De Mita. Successivamente, tramontata la prima repubblica, il giornale da lui guidato si caratterizzò per una forte opposizione a Berlusconi ed alle deriva populista che, con lui, iniziò nella vita pubblica del nostro Paese”.

“Scalfari – ha ricordato il sindaco – è stato un protagonista assoluto della vita pubblica italiana: epiche furono alcune sue inchieste che smascherarono poteri occulti e il progetto golpista del generale De Lorenzo. E appartengono alla storia del giornalismo le battaglie contro un’imprenditoria intrecciata alla politica corrotta e al malaffare”.
Torchia ha espresso “le condoglianze dell'amministrazione comunale alle figlie. Scalfari aveva scritto recentemente: nessuna disperazione perché l'addio alla vita è l'estremo atto di amore”.

 

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