In Consiglio Comunale è stata presentata una mozione dal consigliere di opposizione Michele Altini per la concessione della cittadinanza onoraria alle 55 vittime della strage del Duomo di San Miniato decedute a seguito degli eventi bellici del 22 luglio 1944, in conseguenza di un accidentale proiettile americano penetrato nella cattedrale e poi esploso, diversamente a ciò che avvenne nella chiesa di San Domenico dove pure un proiettile americano investi l’edificio pieno di profughi ma fortunatamente rimasto inattivo.
La maggioranza di sinistra ha preteso – tra l’altro forzando le norme che regolano il funzionamento del Consiglio comunale - che la mozione venisse emendata in modo tale da eliminare ogni riferimento alla responsabilità – seppure accidentale – americana del luttuoso evento, con la conseguenza che leggendo il testo così “aggiustato” della mozione l’esplosione non ha un responsabile certo, ma anzi ad un lettore privo di conoscenze della vicenda la responsabilità potrebbero sembrare essere dell’esercito tedesco.
La pervicace volontà della maggioranza di annacquare il testo della mozione sulla concessione della cittadinanza onoraria alle vittime è stata giustificata dal fatto che a sinistra sulla vicenda della strage del Duomo esistono varie “sensibilità”, che tradotto significa che a tutt’oggi a sinistra si coltiva ancora la diceria socialcomunista promossa nel dopoguerra dell’eccidio tedesco, e pertanto il testo della mozione andava modificato con gli emendamenti presentati dal PD volti ad eliminare ogni riferimento alla responsabilità americana. Prendiamo atto che nella sinistra samminiatese prevalgono certe “sensibilità” ereditate dalle dicerie del dopoguerra alle quali la parte moderata di essa supinamente si accoda.
Da tempo chiediamo che la calunnia vilmente riversata per anni sul vescovo Giubbi venga riconosciuta come tale, ma considerate le “sensibilità” che prevalgono nella sinistra samminiatese ci rendiamo conto del perché la riabilitazione del vescovo Giubbi ancora non c’è stata e del perché a San Miniato la lapide che racconta una storia falsa è esposta al pubblico sotto i loggiati di San Domenico accanto a quella che racconta la verità come se le due epigrafi avessero pari valore .
Gruppo consiliare Lega San Miniato
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