Rigassificatore Piombino, Giani: "Inaccettabile 25 anni di concessione a Snam"

Eugenio Giani (foto Regione Toscana)

No alla concessione con Snam per 25 anni, il sacrificio per Piombino sarà per un periodo transitorio di massimo tre anni. Questa in sintesi la risposta del presidente della Regione Eugenio Giani in Aula all’interrogazione del portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) in merito all’istanza di autorizzazione per la realizzazione del rigassificatore a Piombino e ai contenuti della documentazione ad essa corredati.

Ho detto no alla richiesta di concessione richiesta da Snam per 25 anni, è inaccettabile - dice Giani - l'operazione è possibile solo se sarà una cosa temporanea e se ci saranno le condizioni per usare il porto di Piombino” che sarebbe la prima località d'Italia ad avere una nave rigassificatrice in città.

Il presidente ha ricordato che la situazione energetica si sta aggravando sempre di più e con “queste due navi, per interesse nazionale, si fa fronte alla necessità di stoccare gas liquido per affrancarsi dalla dipendenza dalla Russia”. Giani ricorda “sono 29 i miliardi di metri cubi di gas da far passare nei gasdotti russi e, sostituirli con i rigassificatori di Ravenna e di Piombino, significa 5mila ciascuno, a coprire un terzo del fabbisogno”.

“Sarà Snam che ha fatto la sua convenzione con il Governo - continua il presidente - a presentare le istanze di autorizzazione” e “quando il gruppo di lavoro avrà istruito tutti i presupposti ci sarà un’informazione ma anche un’autorizzazione”. Infine, per rispondere all’ultimo interrogativo di Landi, Giani afferma “prima di parlare di cronoprogramma di realizzazione bisogna chiarire che il contratto non superi i tre anni”.

“Abbiamo bisogno di certezze dai nostri strumenti tecnici che siano Arpat o la direzione Ambiente - afferma Landi -. Avere un rigassificatore a Piombino coinvolge aspetti legati al territorio, alla sua sicurezza e all’ambiente” e, inoltre secondo il portavoce dell’opposizione ci possono essere anche conseguenze negative per l'economia della zona, soprattutto per l'itticoltura che rappresenta il 70 per cento della produzione nazionale e “quali, si domanda Landi, possono essere le compensazioni di fronte a questo problema”. Secondo Landi “più che guardare in alto occorre guardare al territorio, alle sue problematiche e ai cittadini”. “Piombino - ha aggiunto - non è Taranto, ha già dato in questi ultimi 150 anni alla causa dello Stato in termini di lavoro, di morti sul lavoro, di territorio e della natura di quella zona che è stata offerta per esigenze nazionali ad ospitare una centrale Enel, una discarica, l’industria”. “Occorre portare rispetto per quello che la città di Piombino ha dato a questa Regione e a questo Stato”.

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