Quanta acqua ha visto passare sotto l’antico ponte di Romagliano, uno dei passaggi più antichi del Chianti che lambisce da una sponda all’altra le rive della Pesa per unire famiglie, ricordi, testimonianze, tradizioni, lavoro, prospettive del centro abitato di Sambuca Val di Pesa Val di Pesa, frazione nel comune di Barberino Tavarnelle. Arnolfo Bagni, vicino al giro di boa del secolo di vita, tutti i giorni si affaccia dal terrazzino di casa in via dell’Acqua, proprio sulle rive del torrente sambuchino, e osserva l’acqua che scorre, la vita che continua a fluire con orgoglio e consapevolezza. Un gesto che compie puntualmente come fosse un rituale. Fiero del traguardo raggiunto, 96 anni tra qualche mese , del luogo natale, dei tanti frammenti del passato che affollano la mente lucidissima e ancora narratrice, attenta ai dettagli.
Ed è proprio la forza della memoria, che si conferma di ferro, a portarlo indietro nel tempo, a condurlo senza alcun rimpianto lungo le tappe di un viaggio vissuto intensamente. Dall’età dell’infanzia, quando dopo aver preso la licenza elementare nella scuola al di là della Pesa, iniziò a lavorare con il padre nella bottega di famiglia accanto a casa, fino agli anni della Resistenza, della sua ferma opposizione all’occupazione nazifascista. Il ricordo di Arnolfo ha dato forma ad un contributo video, apprezzatissimo dai cittadini, con il quale l’anziano ha partecipato ad un concorso digitale organizzato dal Comune in pieno lockdown.
Per l’alto valore della testimonianza storica che il nonno di Sambuca ha offerto alla propria comunità, in occasione dell’iniziativa “Natale con dedica”, ideata dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di contrastare isolamento e solitudine causati dall’emergenza pandemica, il sindaco David Baroncelli ha deciso di conferire un premio speciale ad Arnolfo Bagni. Un’occasione per riconoscere il percorso umano del novantenne attraverso la consegna di una targa avvenuta alla presenza del figlio Silvio, della nuora Antonella e dei nipoti Giulia e Tiberio. “Arnolfo, nostro concittadino, - ha dichiarato il primo cittadino - è un uomo che rende migliore la società per il suo impegno civile nel ricostruire alcuni drammatici avvenimenti che hanno riaffermato il ruolo delle donne e degli uomini della Resistenza, il tema del sacrificio di chi si è opposto al regime nazifascista”.
Arnolfo amava andare a scuola. Ha concluso il ciclo elementare e conseguito il diploma di quarta pagando l’attività didattica e frequentando la classe di pomeriggio, nella fascia extrascolastica. A dieci anni era già all’opera tra pelle, cuoio e strumenti del mestiere. “Ho appreso velocemente questa professione che ho coltivato con tanta passione – ricorda – ero ancora adolescente e sapevo costruire cinque paia di scarpe al giorno”. Molto presto il giovane Arnolfo, versato anche nel ballo cui si dedicava al ritmo di valzer e tango nel circolo di piazza Gramsci, dovette fare i conti con la drammaticità del secondo conflitto mondiale e decidere da che parte stare. Arnolfo Bagni a soli 18 anni fuggì per non obbedire. Si ribellò con convinzione alle atrocità del regime tedesco, lasciò la famiglia e si diede con coraggio alla macchia, rifugiandosi tra i boschi di Badia a Passignano. Fu così che divenne uomo della Resistenza. I suoi occhi brillano ancora al ricordo. “La befana fascista, una calza con l’immagine di Mussolini, che imponevano a noi ragazzi del paese, regalandola a chi non obbediva – racconta – è stato l’episodio che ha fatto scattare in me il desiderio forte di lottare per un mondo diverso, una realtà che non fosse dominata da prevaricazione, violenza, morte, il primo passo, il primo no, detto a chiare lettere, di un percorso che poi ho portato avanti mettendo a repentaglio la mia stessa vita, ma ne è valsa la pena, per rendere onore alla dignità umana, al valore di tutti coloro che hanno pagato con il sangue. Ecco perché ricordare è un principio da cui nessuno dovrebbe prescindere”.
Quelle pietre e quegli archi secolari che lo accompagnano da una vita sono la dimora di Arnolfo Bagni, il suo laboratorio creativo, il luogo in cui ha imparato e praticato un mestiere oggi in via di estinzione, realizzare e riparare calzature a mano per tutte le età. Arnolfo, da tutti conosciuto come il talentuoso calzolaio del paese, è nato, cresciuto, ha lavorato fino a qualche anno fa nella sua Sambuca Val di Pesa, nei pressi del ponte romano e qui continua a risiedere godendo della prossimità di un vicino d’eccezione, il nipote Tiberio. In via dell’Acqua, la storia circola come l’acqua ma si rigenera con la forza della memoria e degli affetti che rendono luoghi e persone immortali.
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