Blu Zaffera, 11 modi di interpretare la ceramica di Montelupo

La Zaffera. È da qui che nasce la tradizione, non solo di Montelupo, ma di tutti i centri di ceramica del centro Italia. È con la zaffera, con il suo blu intenso e corposo, che si trasforma lo smalto liscio degli orcioli, dei boccali e dei bacili in una superficie ondulata, sulla quale l’andamento del decoro, oltre che con gli occhi, può essere seguito anche con il tatto.

E, come sempre accade, è da questa innovazione tecnica che i vasai prendono le mosse, per ripensare, nelle forme e nei colori, i propri manufatti, iniziando ad affiancare alla produzione della maiolica arcaica, in bruno e ramina, questa esplosione di blu, accompagnato a volte anche dal verde, sempre a rilievo.

Rinnovarsi: questa era la priorità dei vasai di Montelupo fin dai primi anni del ‘400, ed in effetti, nel giro di 100 anni, la produzione della maiolica cambiò completamente volto, passando dalle poche forme decorate con ramina e manganese dei primi anni del secolo XV, alla grande varietà di oggetti, decori e colori del primo quarto del secolo successivo.

La Zaffera, in questo cammino, ha rappresentato un punto di svolta, la prima tappa di un cambiamento continuo, e, forse per questo, quella più affascinante e piena di suggestioni.

La sfida è far rivivere il blu zaffera, o, meglio, il suo spirito. Una sfida in cui non si pongono limiti alle idee di artisti ed artigiani, in cui si utilizzeranno tutti mezzi espressivi possibili, quelli che ognuno ritiene i più adatti o più vicini alla propria sensibilità.

Questo il senso della mostra in programma venerdì 1 luglio: esplorare territori senza confini, partendo dal blu zaffera e tenendo presente che, quello che oggi è tradizione ormai consolidata, è stata, al suo tempo, grande innovazione.

Nella Galleria di via XX Settembre espongono le loro opere: Eugenio Taccini, Serena Tani, Veronica Fabozzo, Carlotta Fantozzi, Paola Staccioli, Paolo Staccioli, Giulia Cantarutti, Patrizio e Stefano Bartoloni, Beatriz Irene Scotti e Paola Ramondini, Shilha Cintelli, Sergio Pilastri.

I progetti possono riguardano, quindi, un’interpretazione personale del tema proposto, che abbia al centro lo sviluppo di una progettualità in ambito contemporaneo con l’utilizzo del materiale ceramico, in forma di: un’opera o una collezione di opere in ceramica contemporanea, una performance artistica, un video, un’installazione da interno o da esterno, uno o più workshop/laboratori da proporre al pubblico della manifestazione.

Venerdì 1 Luglio 2022 alle ore 21.30 presso la fornace del Museo (via Giro delle Mura, 88) in programma Conferenza, performance, dj set. Saranno presenti gli artisti

Nel corso della serata sono previste alcune performance.

Sarà proiettata la video installazione di Serena Tani "La fragilità del blu, Fioritura" che accompagna l'opera realizzata attraverso il percorso laboratoriale artistico con gli ospiti della RSA Chiarugi di Empoli.

L'opera di Serena Tani nasce da un lungo lavoro con gli ospiti della struttura, con i quali ha condiviso spazi di laboratorio durante i quali memorie, pensieri e manualità hanno dato vita ad un bosco di fiori, che cresce su zolle di argilla tra foglie di quercia.

Seguirà la performance di Shilha Cintelli che produrrà il lavoro "Nel blu dipinto di blu”, un'opera partecipata che indaga l'equilibrio tra leggerezza e gravità.

I visitatori della mostra hanno contribuito alla produzione del lavoro attraverso il gesto di lanciare un pizzico di polvere di colore blu sul piano costituito da 25 mattonelle.

Il video del contributo dei partecipanti all’opera collettiva di Shilha sarà proiettato durante la performance dell’artista.

Il progetto è proposto dalla Fondazione Museo Montelupo ed è curato da Alessio Ferrari, conservatore del Museo e Benedetta Falteri, direttice della Fondazione

Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino - Ufficio stampa

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