Cereali con pesticidi tossici dall'Etiopia, sequestro di 22 tonnellate a Livorno

L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli di Livorno e la Guardia di Finanza hanno intercettato e bloccato un ingente carico di TEFF proveniente dall’Etiopia.

Il pregiato cereale - in quanto privo di glutine per i celiaci e anche utile nelle diete a basso contenuto glicemico - è risultato essere trattato con una sostanza tossica per la salute dell’uomo.

L’operazione “Pane sano”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Livorno, è il frutto della sinergia operativa del Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane e delle Fiamme Gialle di Livorno effettuata sui prodotti agroalimentari in arrivo presso il porto mercantile di Livorno.

È così che i funzionari ADM e le Fiamme Gialle hanno mirato l’ingente carico di TEFF proveniente dall’Etiopia e importato da una società marchigiana. I sospetti sono sorti all’esito del controllo della consistenza economica e fiscale del soggetto importatore e di una segnalazione pervenuta.

Sotto il coordinamento del PM titolare delle indagini, i due Organi hanno quindi interessato la locale ASL per effettuare specifiche analisi di laboratorio sul cereale importato, il cui esito ha confermato i dubbi: il carico era stato trattato con propiconazolo, un pesticida vietato definitivamente dalla normativa europea dal 2019, con il Regolamento di esecuzione UE 2018/1865.

Nel contempo, su disposizione della Procura, sono scattate le perquisizioni eseguite dal personale ADM di Livorno e dal 2° Nucleo Operativo del Gruppo di Livorno presso l’impresa e l’abitazione del titolare della ditta importatrice, con il sequestro di copiosa documentazione contabile, commerciale e telematica utile a ricostruire l’intera filiera produttiva, distributiva e commerciale.

Sulla scorta dei risultati di analisi, il PM ha richiesto al Giudice delle Indagini preliminari l’emissione di decreto di sequestro preventivo, al fine di tutelare la salute pubblica.

Il prodotto risultato inquinato dal propiconazolo è pari a circa 22 mila kg per un valore commerciale di circa € 220.000.

Il rappresentante legale dell’azienda importatrice è indagato per il reato di detenzione di sostanze alimentari nocive.

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