Si prospettano guai per alcuni membri della festa di fine anno del corso della Scuola marescialli e brigadieri di Firenze: in un video postato su Facebook sono apparsi dei saluti romani a mano tesa durante l'Inno d'Italia e all'arrivo della torta tricolore. A riportare la notizia il Tirreno.
Il titolare del locale ha affermato di non essersi accorto di quanto successo e di aver ripostato il video pubblicato da altri. La clip ora non è più visibile.
Nel frattempo la procura di Firenze è stata informata direttamente dai carabinieri, i quali stanno svolgendo accertamenti sull'episodio.
La nota dell'Arma dei Carabinieri
Ha relazione con i contenuti di un articolo apparso sul quotidiano “Il Tirreno”, dal titolo “Spuntano saluti romani alla festa degli allievi marescialli dell’Arma”, ripreso in stralcio da una nota dell’Agenzia ANSA delle 10.39, che commenta un video postato e poi rimosso dal profilo Facebook del titolare di un locale pubblico fiorentino dove si era svolta una cena in amicizia tra allievi della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, liberi dal servizio e in abiti civili.
Nel citato video sono ripresi alcuni giovani allievi della Scuola, mentre nell’atto di tagliare una torta decorata con il tricolore, intonano l’inno d’Italia per festeggiare la fine del corso.
L’atteggiamento, secondo la tesi sostenuta dal quotidiano, evocherebbe il saluto fascista, mentre dalla visione del filmato è evidente che il gesticolare dei giovani è quello tipico dei cori da “stadio”, atteggiamento comune a quello tenuto da tanti coetanei nelle più disparate circostanze. Ciò è immediatamente comprensibile dalla postura delle braccia dei ragazzi e dal fatto che molti di loro recano in mano il proprio telefono cellulare o dalla circostanza che altri alzano entrambe le braccia ovvero solo quello sinistro, accompagnando ritmicamente il movimento con il canto.
Al fine di assicurare la massima trasparenza e a tutela dell’immagine dell’Arma, il video è stato trasmesso all’Autorità Giudiziaria per tutte le valutazioni di competenza, anche in ordine alla prospettazione mediatica del fatto.
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