Non bisogna essere grandi esperti di basket per capire che, se segni 55 punti in casa, è difficile poi pensare di portare a casa la vittoria. Se sei in finale contro una squadra solida come Cremona che centra al Pala Credite Agricole la settima vittoria su altrettante partite in questi playoff, ecco che la cosa diventa inevitabile ed è soprattutto su questo dato che ruota molto dell'esito di gara uno della finale persa in casa dall'Etrusca San Miniato contro i lombardi.
Troppi giocatori chiave di Alessio Marchini non hanno giocato come si è solito vederli fare, vuoi perché è pur sempre una finale nella quale entrano in gioco tanti fattori anche emotivi, vuoi perché una serataccia ci sta, vuoi perché davanti c'era una squadra che, come detto, non è certo lì per caso. Con la consueta onestà, il tecnico dell'Etrusca ha riconosciuto a fine partita la legittimità del successo dei lombardi ed in effetti su questo è difficile non essere d'accordo con lui. Eppure la sensazione che lascia questa gara uno è di una serie ancora apertissima perché, nonostante quanto detto fino a questo punto, anche altri aspetti vanno messi in conto nel commentarla.
Senza voler puntare l'indice sull'arbitraggio, i 15 liberi a zero della terza frazione (13/15 quelli realizzati) su 24 punti complessivi segnati non possono non essere tenuti in considerazione, oltretutto nel periodo che di fatto ha deciso la partita e che ha proposto un passaggio che ne avrebbe potuto cambiare le sorti. La tripla mancata da San Miniato sul meno due al rientro dallo spogliatoio avrebbe infatti potuto segnare il cambio di inerzia della gara ma, anche in questa occasione, le mani non sono state precise come avrebbero dovuto.
Il tutto per dire cosa? Che San Miniato ha la forza per reagire, cosa che fino a questo momento è riuscita sempre a fare, per riequilibrare le cose martedì sera ed uscire dal Pala Credite Agricole con un 1-1 che, nell'economia della serie, lascerebbe intatte le possibilità di farcela, come del resto la semifinale con Pavia ha dimostrato. Insomma, è dura come si sapeva, ma ancora lunga. La stagione di Benites e compagni merita fiducia, 'azzannare' gara due è un obbligo.
Marco Mainardi
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