Il sindaco Luca Salvetti e l'Amministrazione Comunale a nome della città esprimono il loro cordoglio per la scomparsa di Angelo Chessa figlio del comandante della Moby Prince Ugo Chessa, deceduto durante la più grave tragedia della marineria civile italiana.
Medico ortoepdico, poco più che cinquantenne, Angelo Chessa è scomparso prematuramente a causa di una lunga malattia. Per lunghi anni, insieme al fratello Luchino si era battuto per individuare la verità sul rogo del Moby Prince avvenuto la notte del 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, e per tenere alta la reputazione del padre.
Insieme alle associazioni ha dato un contributo fondamrntale per riaprire le inchieste e attivare le commissioni parlamentari che devono fare luce sulla tragedia e sulle tante lacune emerse nella ricostruzione dell’incidente e sugli interrogativi aperti .
La scomparsa di Angelo Chessa sarà un ulteriore stimolo per l'Amministrazione per non dimenticare, nè ora nè mai e per stare al fianco dei familiari delle vittime del Moby nell'inseguire giustizia e verità .
Gli altri messaggi di cordoglio
“La morte di Angelo Chessa è una notizia che rattrista, perché con lui scompare un pezzo della memoria storica che, con altri, ha tenuto vivo il ricordo della tragedia del Moby Prince e, soprattutto, ha tenuto acceso il faro sulla battaglia per la verità. Ai familiari, agli amici e a quanti si sono impegnati con lui nella battaglia per la verità esprimiamo il cordoglio e la vicinanza nostra e di tutto il Consiglio regionale”.
Lo dichiarano il presidente dell’Assemblea legislativa della Toscana, Antonio Mazzeo, e il presidente della commissione Europa, Francesco Gazzetti, dopo aver appreso la notizia della prematura morte di Angelo Chessa, figlio del comandante del Moby Prince, Ugo Chessa, che con il fratello Luchino è stato anima dell’Associazione ’10 Aprile’ che, insieme all’Associazione ‘Io sono 141’, hanno tenuto vivo il ricordo delle vittime della più grande tragedia della marineria civile e si sono battuti, e tuttora si battono, per la verità sui motivi del disastro.
E proprio per sostenere questa e altre battaglie simili, su proposta del consigliere Gazzetti, il Consiglio regionale ha istituito l’Armadio della Memoria in applicazione di una mozione unanime del Consiglio regionale nell’aprile del 2017. L’Armadio della Memoria, ospitato presso la Biblioteca regionale Pietro Leopoldo, raccoglie l’archivio di tutti i materiali disponibili sulla tragedie del Moby Prince, della stazione ferroviaria di Viareggio e della Costa Concordia, in modo che sia mantenuto perennemente acceso il ricordo delle tre stragi avvenute in Toscana e si possa, studiando i documenti, prevenirne di nuove. La stessa mozione ha promosso anche la nascita di un coordinamento regionale tra istituzioni e associazioni dei familiari delle vittime.
"L’Armadio della Memoria è il luogo che abbiamo voluto qui per non dimenticare, non restare indifferenti e dire ai familiari delle vittime ‘siamo con voi’ – afferma il presidente Antonio Mazzeo. - Ancora più adesso, dopo la scomparsa di Angelo, staremo vicini al fratello Luchino Chessa e alla sua associazione che da decenni si batte per avere la ricostruzione più veritiera possibile di quella maledetta notte. È compito delle istituzioni e della politica – prosegue Mazzeo – far sì che giustizia sia sempre fatta, e ognuno di noi deve sentirsi una parte di responsabilità se ancora questo non è stato e ancora non sappiamo tutta la verità su quanto è accaduto quel giorno”.
“La scomparsa di Angelo Chessa è un dolore collettivo ma anche personale – sottolinea Francesco Gazzetti. - Una perdita gravissima che ci priva di un uomo straordinario che orientava la sua azione verso ideali e principi condivisi con il fratello Luchino, a cui va il mio ed il nostro più sentito cordoglio. Ci mancherà il suo sorriso, la sua cortese ed educata fermezza e quell'abbraccio che ogni volta riattivata un'amicizia che è cresciuta anno dopo anno. Una lotta che nel corso del tempo ha visto procedere uniti i fratelli Chessa ed il nostro carissimo Loris Rispoli che abbracciamo forte. Ecco perché oggi, con la scomparsa di Angelo Chessa, tutti coloro che hanno a cuore la verità e la giustizia per il Moby Prince piangono una perdita dolorosissima. E da oggi ognuno di noi, con le proprie responsabilità e ruoli, dovrà moltiplicare l'impegno: lo dobbiamo a tutte le vittime del Moby, ai loro familiari ed a chi, come Angelo, ci ha indicato una via che adesso dobbiamo proseguire, tutti insieme, con ancora più forza. Siamo più soli ma non molleremo mai".
"Con tristezza apprendo la notizia della morte del professore Angelo Chessa, stimato chirurgo specializzato in ortopedia e animatore dell'Associazione 10 Aprile". Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, deputato toscano della Lega e Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince. "Figlio di Ugo, comandante del traghetto Moby Prince, ha combattuto per 31 anni per avere verità e giustizia su una tragedia per troppo tempo avvolta nel mistero e nelle reticenze. La Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro del traghetto Moby Prince istituita alla Camera anche a seguito di una mia proposta di legge non ci sarebbe stata senza la determinazione e la costanza dell'impegno di uomini come Angelo Chessa. Alla sua famiglia va il mio cordoglio e la rassicurazione che non smetteremo di lottare per chiarire i fatti della sera del 10 aprile 1991, così come avrebbe voluto lui".
“Oggi è un giorno triste. Un giorno che non avremmo mai voluto. La scomparsa di Angelo Chessa ci fa male, ci distrugge. 31 anni di battaglie e Angelo sempre in prima linea e apripista, una forza che ha tramesso a tutti coloro che hanno combattuto con lui e a tutti coloro che si sono avvicinati alla storia del Moby Prince" hanno scritto in un comunicato i presidenti delle due associazioni che riuniscono i familiari delle vittime del Moby Prince
"Ha vissuto più della metà della vita a combattere per la verità sulla strage del Moby Prince - ha ricordato Luchino Chessa, fratello di Angelo e presidente dell'associazione 10 Aprile-Familiari vittime Moby Prince e Nicola Rosetti, che guida l'associazione 140 Familiari vittime Moby Prince - seguendo la rotta della verità e superando gli ostacoli infiniti messi da chi la verità non ha mai voluta che emergesse. Con una Commissione parlamentare di inchiesta a pochi mesi dal suo termine con importanti risultanze che verranno pubblicate a fine legislatura e due procure della Repubblica, Livorno e Firenze, che stanno lavorando su aspetti inquietanti, Angelo si è dovuto fermare definitamente. Avremo Angelo sempre nel cuore e lo ringraziamo all'infinito per tutto quello che ha fatto. Grazie al suo spirito combattivo la strage del Moby Prince non è mai entrata nell'oblio e noi continueremo a combattere fino a che non verrà fatta giustizia. Adiosu Angelo. Non ci fermeremo mai".
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