È stato depositato dalla procura generale di Firenze il ricorso in Cassazione contro l'assoluzione di Fausta Bonino, l'infermiera di 58 anni che in primo grado fu condannata all'ergastolo con l'accusa di omicidio plurimo con iniezioni di eparina e assolta con la formula 'per non aver commesso il fatto' in appello nel gennaio scorso. L'infermiera andò a processo per 4 dei 10 decessi anomali, avvenuti all'ospedale Villamarina di Piombino tra il 2014 e il 2015, nel reparto dove era stata assegnata.
"La motivazione della Corte di assise d'appello è illogica e contraddittoria", secondo il pg Fabio Origlio, che ha fatto ricorso in Cassazione. Se da un lato la motivazione afferma "che al di là di ogni ragionevole dubbio i decessi sono stati causati o concausati da indebite somministrazioni di eparina" secondo Origlio è trascurato "il significativo dato" della presenza costante dell'infermiera "nei range orari" delle iniezioni, oltre al fatto "che tutti gli altri sanitari figurano assenti in diversi episodi". Critiche al giudice d'appello anche sul fatto che più persone avrebbero potuto accedere al reparto, mentre "nessuna tra le persone informate sui fatti ascoltate nel corso delle indagini ha mai accennato al verificarsi o al sospetto di intrusioni di estranei". Per la procura generale la premessa, "non esplicitamente confutata dalla corte d'assise d'appello è che l'autore dei delitti sia stato unico: un serial killer solitario costretto dalle circostanze di tempo e di luogo ad agire con la massima rapidità nell'ambito di un unico e generico piano criminoso, approfittando di brevi finestre temporali che gli permettevano di agire senza essere visto per almeno 14 volte in 18 mesi" in momenti "in cui la presenza dell'imputata è compatibile". Nel secondo grado Origlio aveva chiesto la condanna per nove dei dieci casi di pazienti deceduti su cui ci furono indagini, del Nas dei carabinieri coordinate dalla procura di Livorno.
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