La Caretta caretta fu ritrovata da alcuni pescatori nell'aprile scorso. Curata all'Acquario di Livorno oggi la tartaruga marina è stata rilasciata nel suo habitat naturale
Si conclude con un lieto fine la storia di 'Pan', la tartaruga Caretta caretta ritrovata da alcuni pescatori il 18 aprile 2022 impigliata nelle reti da pesca, a circa un miglio al largo della località Poveromo nel Comune di Massa. Dopo il soccorso, effettuato dal Parco Didattico WWF di Ronchi e dai volontari del WWF, la tartaruga era stata trasferita presso il Centro di Recupero e Riabilitazione tartarughe marine dell’Acquario di Livorno per le cure necessarie.
Oggi 'Pan' è stata rilasciata in mare, dalla spiaggia dell’Oasi WWF 'Le Dune di Forte dei Marmi'. Operazione avvenuta con successo, coordinata dall'Osservatorio Toscano per la Biodiversità, a cura dello staff acquariologico e veterinario dell’Acquario di Livorno, in collaborazione con WWF, ARPAT Settore Mare, Capitaneria di Porto. All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Massa Francesco Persiani, il Comandante della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera C.C. Antonio Masiello, personale dell’ARPAT e dell’Acquario di Livorno ed alcune classi della Scuola Secondaria Paolo Ferrari di Marina di Massa che hanno aderito al progetto di Educazione Ambientale del WWF presso Centro Didattico di Ronchi.
Al momento del ritrovamento in mare, impigliata nelle reti da pesca, la Caretta caretta, un esemplare di 10 kg con carapace lungo 43 cm e largo 41cm presumibilmente di sesso femminile, non presentava ferite evidenti, né esche. La pesatura è stata effettuata con dinamometro acquistato grazie agli allestimenti del Punto Informativo dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità. Arrivata all’Acquario di Livorno il 18 aprile, sono subito state effettuate le prove di assetto in vasca alta: l’esemplare ha mostrato subito segnali positivi, dimostrando di muoversi bene nella colonna d’acqua e stazionando sul fondo.
Come da protocollo interno, all’esemplare sono state fatte tutte le analisi necessarie a scongiurare possibili anomalie agli organi interni o la presenza di corpi estranei, come ami da palangaro. I vari esami diagnostici eseguiti, uniti alle valutazioni cliniche dell’esemplare, hanno potuto stabilire il buono stato di salute dell’animale, così da esser pronto per tornare in mare, previa applicazione della marcatura (targhetta metallica applicata alla pinna anteriore sinistra con codice identificativo) e di un microchip per poterlo identificare individualmente.
"È sempre una grande emozione restituire queste creature al loro habitat naturale – ha commentato l’assessora all’ambiente Monia Monni -. Spesso purtroppo si tratta di animali minacciati dall’inquinamento marino, specialmente da plastiche e microplastiche, dalla pesca intensiva o dall’impatto dei natanti e diventa pertanto preziosa ed insostituibile l’attività che viene svolta ormai da tempo dai tanti volontari che ogni anno, con passione e dedizione, si dedicano alla salvaguardia di questi animali ma anche alla pulizia di spiagge e corsi d’acqua".
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