'In mio nome, mai più', l'autore Evandro Dell'Amico: "Libro smentito dalla guerra in Ucraina"

Evandro Dell’Amico in sala Affreschi di palazzo del Pegaso ricorda le memorie del padre e dello zio, soldati e prigionieri nella seconda guerra mondiale e afferma: "Sono uomo di pace. Pretendo il disarmo"


"Sono un uomo di pace. Pretendo il disarmo. Il titolo del mio libro è già bruciato. I contenuti tragicamente smentiti dalla guerra in Ucraina. Il piano di pace dell’Italia è stato rifiutato e io sono sconvolto". Evandro Dell’Amico, autore del libro ‘In mio nome, mai più’, arriva nella sala Affreschi di palazzo del Pegaso con l’orgoglio di presentare memorie familiari, tragiche sì eppure quanto mai utili per riflettere sull’assurdità della guerra, ma anche amareggiato e affranto. "Il conflitto bellico nel cuore dell’Europa ci riporta indietro di anni, rivivere quelle dinamiche è atroce. Serve fare di tutto per impedire la guerra, ogni guerra" afferma deciso.

Nel raccontare quanto accaduto al padre e allo zio durante il secondo conflitto mondiale, entrambi deportati e in particolare lo zio, di cui porta il nome, morto di stenti in un campo lager in Sassonia, esorta la società, le Istituzioni, cittadine e cittadini a non perdere e disperdere la memoria. Gli fa eco il presidente dell’Assemblea legislativa che sollecita ad essere amplificatori di memoria e lancia un monito per ricordare sì ma non in maniera sterile. È necessario adoperarsi perché quanto accaduto non si ripeta e perché quelle violenze e quella inquietudine diventino bagaglio di coscienza, avverte.

Anche il presidente della commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale sollecita ad una attenta analisi del presente. Se il libro di dell’Amico rappresenta un momento importante di riflessione è anche documento prezioso per riscoprire valori fondamentali, primo fra tutti il rispetto dell’uomo. Le Istituzioni, a suo dire, hanno anche il compito di essere fonte di messaggi positivi come lo è la ricostruzione storica e intima presentata oggi, mercoledì 25 maggio.

Di libro commovente parla l’ex presidente della Regione Toscana (1992-2000) che ricorda un grande presidente di Consiglio regionale: Elio Gabbuggiani, il primo che fece sfilare insieme partigiani, forze armate e le brigate ebraiche che avevano combattuto in Italia. A questa parte della storia l’ex senatore aggiunge il resto del libro di dell’Amico: un no deciso alla guerra e al riarmo. Ogni guerra produce vittime e distruzione su tutti i fronti, vincitori e vinti sono uguali. Il conflitto in Ucraina è un pericolo mondiale perché, lo sottolinea bene, non esistono armi nucleari tattiche. Le armi nucleari semplicemente distruggono il mondo così come lo distrugge il disastro ecologico, conclude.

All’autore il presidente dell’Assemblea legislativa e il presidente della commissione Affari istituzionali consegnano una targa per "l’intensa attività di ricerca storiografica e per l’alto valore letterario delle proprie pubblicazioni".

Presenti in sala Affreschi anche il presidente dell’associazione culturale ‘Insieme’ di Massa Daniele Tarantino, lo scrittore Riccardo Dalle Luche, il presidente di Azione cattolica diocesana di Massa Carrara Pontremoli Marco Leorin.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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