Casa Studio Quinto Martini entra nelle Case della Memoria

La Casa Studio Quinto Martini di Seano (PO) entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria e, contestualmente, al Sistema Museale Tematico Case della Memoria in Toscana - I Grandi Personaggi. La casa dedicata all’artista, acquisita nel 2009 dal Comune di Carmignano è aperta al pubblico da dicembre 2020 dopo che, nel 2016, sono state donate le opere dagli eredi dell'artista. L’inventario delle opere ha richiesto due anni di tempo e ora la casa è diventata ciò che Quinto Martini voleva che fosse: un luogo aperto ed inclusivo, fruito dalla cittadinanza.

La Casa Studio ospita oggi oltre mille opere, tra dipinti, statue e calchi in gesso e cemento. Alcune delle statue più famose dell’artista sono esposte nel vicino Parco Museo, mentre altre si trovano in musei italiani ed internazionali. Tra gli altri, ad ospitare le opere di Martini sono l’Hermitage di San Pietroburgo, in Russia, ed il Museo del Novecento a Firenze. Il Parco accoglie 36 sculture in bronzo dell'autore fuse da opere realizzate tra il 1931 e il 1988: un percorso ideale che offre uno spaccato di oltre cinquant'anni di ricerca artistica.

«Siamo orgogliosi di poter assicurare la Casa-Studio del nostro amato Quinto Martini a un circuito tanto prestigioso – spiega il sindaco, Edoardo Prestanti -. Coltivare la Memoria è sempre un passo fondante per camminare retti verso un futuro migliore, se poi la Memoria parla di Arte e Bellezza diffonderla è un dovere assoluto. Mettere in rete la Bellezza è la via migliore per diffonderla».

«Abbiamo accolto con enorme piacere la richiesta del Comune di Carmignano di aderire all’associazione con la Casa Studio Quinto Martini – commenta Adriano Rigoli presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. La casa studio entrerà a far parte anche del Sistema Museale Tematico Case della Memoria in Toscana al quale stiamo continuando a lavorare per promuovere al meglio le Case della Memoria della Toscana. È bello dare il benvenuto a una nuova casa toscana, regione in cui l’Associazione è nata, e soprattutto legata alla figura di un artista così importante del secolo scorso».

«Quinto Martini è stato un Maestro del Novecento: questa casa museo, il vicino Parco a lui dedicato, dimostrano che anche nei luoghi più piccoli possono nascondersi veri tesori che meritano di essere portati sempre più all’attenzione del pubblico – aggiunge Marco Capaccioli vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Un lavoro da fare in sinergia con il territorio, quello di Carmignano, famoso per le sue attrattive naturali e gastronomiche, indirizzando visitatori e viaggiatori a scoprire tutti i tasselli del patrimonio diffuso che abbiamo la fortuna di avere in Toscana, terra d’arte e del buon vivere».

Nato nel 1908 a Seano, nel comune di Carmignano, Quinto Martini incomincia presto a "impastar mota" modellando "figurine, cavalli e intere battaglie" e a "sporcare con carbone e colori", senza sapere che "ci fossero gli artisti e cosa fosse l'arte". La scoperta dell'arte e degli artisti avviene nel 1926, quando si presenta ad Ardengo Soffici per mostrargli quattro suoi lavori. Un incontro importante che gli cambia la vita e lo apre alla conoscenza dell'arte contemporanea, italiana ed europea.

Nel febbraio del 1927, alla prima esposizione del "Il Selvaggio", accanto alle opere di Mino Maccari, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Giorgio Morandi, Achille Lega e del loro Maestro, ci sono anche i dipinti di quinto Martini.
Entrato giovanissimo nella vita intellettuale e artistica fiorentina, Martini ha ben presto l'occasione di conoscere anche quella torinese, frequentando durante il periodo di leva Felice Casorati, Cesare Pavese e il gruppo dei "Sei" di Torino, interpreti di una cultura antifascista che guardava alla grande lezione della pittura francese, da Mane a Cézanne, ed era lontanissima dallo strapaesano ambiente fiorentino.

Rientrato stabilmente a Firenze riprende i contatti con Soffici concentrando il suo interesse sulla scultura, arte con la quale si guadagna il favore della critica. Nel 1934 debutta alla XIX Biennale di Venezia, con "La Seanese", splendida sintesi della sua naturale predisposizione verso l'essenzialità delle cose che lo condurrà a una forma espressiva antiaccademica e contemporaneamente alla scelta di materiali poveri come la terracotta e la pietra di fiume, ricercando anche nel bronzo la medesima semplicità di risultati.

Le sue opere, riprodotte su "Il Selvaggio", "Il frontespizio" e "Il Contemporaneo", sono testimonianza della partecipazione dell'artista a una più ampia vicenda culturale che coinvolge la sfera letteraria e i suoi rapporti con poeti e scrittori, secondo la tradizione incentivata in toscana dalla "Civiltà delle riviste". Nel secondo dopoguerra partecipa al movimento "Nuovo Umanesimo" insieme a Giovanni Colacicchi, Oscar Gallo e altri, ed è presente costantemente alle maggiori manifestazioni artistiche italiane, fra le quali tutte le edizioni della Quadriennale Romana. Accanto ad alcune significative esposizioni personali è da ricordare la sua partecipazione a importanti "collettive" in Italia e all'estero.

Fonte: Comune di Carmignano - Ufficio stampa

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