Intervista a Giuseppe Malgeri, direttore del Mandela Forum
“Quando il sipario si è alzato, si è dissolta quella triste cortina che ci ha tenuti lontani per due anni dal nostro pubblico. Quando in sala si sono spente le luci e in scena si sono accesi i riflettori ho capito che, dopo 822 lunghi giorni, finalmente eravamo ripartiti”.
L’emozione è palpabile nelle parole di Giuseppe Malgeri, direttore del Mandela Forum. D’altronde, sebbene non si parli di rinascita, maggio ha rappresentato per il Mandela il tanto agognato ritorno alle origini, alla missione primigenia: lo spettacolo. Culturale, artistico o sportivo. Per 14 mesi, da febbraio 2021 fino al 29 marzo 2022, il Forum fiorentino aveva risposto presente alla campagna anti covid della Toscana, ospitando l’hub vaccinale più importante di tutta la regione. I numeri lo testimoniano: 823mila vaccinazioni totali per una media di 3500 dosi al giorno, con punte che hanno sfiorato le 25mila vaccinazioni a settimana. Una mole di lavoro impressionante perché 823mila persone in una stagione a pieno regime il Mandela difficilmente li raggiunge.
“Ma ne è valsa la pena – assicura Malgeri –. Per noi non rappresentava solo un dovere nei confronti della comunità, ma anche l’opportunità per riaffermare la nostra dignità come operatori dello spettacolo, un comparto spesso visto come superfluo. Aver ospitato l’hub nella nostra “casa” ci ha permesso invece di ribadire l’importanza del settore eventi”.
Tuttavia, a fine marzo appunto, il Mandela ha dismesso il camice da dottore e ha ripreso il suo ruolo storico, quello di Casa dei grandi eventi a Firenze. Una ripartenza con il botto, dal momento che ad aprire la Ripartenza è stata Notre Dame De Paris, la cui versione italiana dello spettacolo – curata da Pasquale Pannella con le musiche di Riccardo Cocciante e che quest’anno festeggiava il ventennale – ha appassionato nel tempo oltre quattro milioni di persone. Quasimodo (interpretato da Giò Di Tonno), Esmeralda (Lola Ponce) hanno inaugurato il Festival della Ripartenza, che proseguirà con i concerti di Gazzelle (21 maggio), Brunori Sas (24 maggio), i Pinguini Tattici Nucleari (20 giugno) e Maluma (28 giugno), dando spazio anche allo sport con il campionato nazionale di Ju Jitsu.
Lo stesso Giò di Tonno, nel saluto finale al pubblico, ha rivolto agli spettatori parole appassionate. "Nel 1482 Frollo chiedeva a Gringoire di 'parlargli di Firenze e della rinascenza', oggi gli avrebbe chiesto di parlargli di Firenze e della ripartenza. Il Mandela Forum oggi riparte con noi e la musica, ma in realtà non si è mai fermato perché è diventato un centro vaccinale. Tutti noi vogliamo fare un grandissimo applauso a queste persone che hanno lottato per noi: gli operatori sanitari, gli addetti alla sicurezza e il personale del Mandela. Speriamo di non fermarci più. Come diceva lo stesso Nelson Mandela: nulla più della musica infonde speranza".
È stata una serata, anzi una settimana magica. Il pubblico ha risposto alla grande, con grande affluenza negli spettacoli in cartellone dal 4 all’8 maggio, tanto che lunedì 9 è stata "aggiunta" una serata in più. "Un modo - spiega Malgeri - per premiare il pubblico fiorentino che risponde sempre con entusiasmo a eventi di questo tipo. Durante la Prima tutti noi abbiamo provato un vortice di emozioni: non nascondo che ho provato un po’ di ansia. Nel momento in cui il sipario si è alzato e il pubblico ha applaudito, la tensione si è sciolta. Il Mandela è una grande famiglia, in cui ogni membro ha un ruolo: volevamo accogliere il nostro pubblico nella maniera migliore possibile. Siamo di nuovo tornati noi stessi, pronti a rimboccarci le maniche e ripartire con la nostra vita”.
Mentre sul palco andava in scena il celebre musical in tutta la sua potenza visiva e canora, in platea regnava la massima attenzione alle disposizioni sanitarie. “Tutti gli spettatori hanno indossato la mascherina e sebbene il controllo è stato attento, le persone hanno osservato le regole in maniera autonoma e senza richiami. Un ottimo segnale, anche perché il rispetto delle regole in questo tipo di eventi deve nascere dal senso civico dei presenti e non imposto dai ‘controllori’, anche perché non sarebbe possibile tenere sempre d’occhio centinaia se non migliaia di persone. Credo che i fiorentini abbiano compreso che le mascherine, ormai entrate nella vita quotidiana, siano strumenti utili in situazioni di questo genere”.
Se fino a giugno la rotta è tracciata, le nubi dell’incertezza oscurano la navigazione autunnale. Non per carenza di lavoro, dal momento che gli spettacoli in epoca covid sono stati solo rimandati, quindi il lavoro non manca. A fare paura, ovviamente, sono le evoluzioni sanitarie e la tanto discussa quarta dose. In ogni caso, il Mandela si farà trovare pronto, anche a indossare nuovamente il camice bianco, stavolta part time.
"La sinergia tra le nostre professionalità e quelle di medici, infermieri e sanitari è un’esperienza indelebile e credo sia possibile utilizzare una porzione del Mandela da destinare a una nuova campagna vaccinale. Se la Regione riterrà necessario che il Mandela torni in campo, il Mandela risponderà ‘presente’. Quindici mesi fa ci siamo inventati un hub dal nulla, non c’era un manuale; adesso disponiamo di un invidiabile know how. Sono sicuro che riusciremmo a conciliare spettacolo e sanità, individuando obiettivi e percorsi.
A darmi sicurezza - conclude Malgeri - sono anche le parole di uno dei dottori che aveva lavorato nell’hub e ha assistito a uno degli spettacoli di Notre Dame. Guardando la platea gremita, mi ha chiesto quanti spettatori fossero e io ho risposto che dovevano essere circa 3600. È rimasto incredulo: Davvero noi abbiamo vaccinato così tante persone in media ogni giorno?, ha esclamato. No, gli ho replicato io: qualche volta anche di più”.
Giovanni Gaeta
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