“Le discussioni basate sull’orientamento sessuale ledono un elementare principio di uguaglianza. Quando c’è qualcuno che discrimina c’è sempre una questione di potere”. In queste parole è racchiuso il senso della conferenza tenuta questa mattina dalla dott.ssa Eleonora Pinzuti sul tema dell’omolesbotransfobia, tenuto in concomitanza con la Giornata Internazionale contro l’omofobia (17 maggio). Una ricorrenza di cui pochi conoscono l’origine, che risale al 1990 con la decisione di rimuovere l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un fatto che, inevitabilmente, non ha potuto che suscitare un moto di stupore nei presenti, se solo si pensa che sono trascorsi poco più di trent’anni.
Altrettanto pregnante e ricca di spunti la rassegna – da parte della dott.ssa Pinzuti - delle autorevoli personalità (scrittori e poeti, scienziati e registi) che nel corso della storia hanno subito pesanti discriminazioni legate al loro orientamento sessuale, o che magari sono state costrette a tacerlo per i condizionamenti sociali e familiari: da Leonardo Da Vinci a Giacomo Leopardi; da Marcel Proust a Paul Verlaine; da Oscar Wilde (che subì un processo nel 1895, concluso con una condanna durissima) allo scienziato Alan Turing, al quale si deve la decifrazione del codice Enigma, utilizzato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Per arrivare infine – in tempi più recenti – al regista Pier Paolo Pasolini.
Insomma, uno spaccato di storia sulla discriminazione sessuale di cui si fa fatica ancora oggi a percepire nella sua importanza (basti pensare che esiste un solo corso di livello universitario, all’Università di Torino) e che ha subito una svolta importante dalla fine degli anni Sessanta con il famoso Christopher Street Gay Liberation Day (1970), scaturito da un gesto spontaneo di ribellione di Sylvia Rivera all’ennesimo atto di violenza delle forze di polizia, da cui è nato il più noto “gay pride”.
Al termine della sua conferenza, la dott.ssa Pinzuti ha salutato alcuni studenti e studentesse che si attardavano a uscire (in quanto desideravano salutarla) con un auspicio: “Spero – ha detto - che la mia generazione sia riuscita a consegnare un mondo migliore di quello che vi ho raccontato”. Al che una ragazza ha replicato, d’istinto: “Speriamo di riuscire a renderlo migliore anche noi”.
Come si ricorderà, il progetto promosso nell’ambito della Festa della Toscana si intitola “Castelfiorentino terra dei diritti. Generazioni a confronto per una società libera dall’odio” ed è stato promosso con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana. Nell’ambito del progetto, gli studenti sono invitati a produrre dei materiali inerenti i temi affrontati (una foto, un disegno, oppure una riflessione personale scritta, una poesia, ecc..), che in seguito saranno esposti in una mostra da allestire all’aperto nel mese di giugno.
Fonte: Comune di Castelfiorentino - Ufficio stampa
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