Abbia chiesto alla dottoressa nutrizionista Susanna Agnello, di parlarci delle cause di cosa comporta l'eccesso di ferro, che può portare ad una condizione patologica nota come emocromatosi
Quali possono essere le cause di Iperferritinemia (ferritina alta)?
- Eccessivo accumulo di ferro nei tessuti (emocromatosi, malattia su base ereditaria);
- Eccessivo introito alimentare di ferro;
- Malattie del fegato (epatite acuta o cronica);
- Infezioni;
- Infiammazioni acute o croniche;
- Alcolismo;
- Neoplasie e leucemie.
- Sindrome metabolica
Cause rare che possono causare Iperferritinemia
- Porfiria cutanea tarda
- Sindrome da cataratta iperferritinemia ereditaria
- Neoplasie
- Patologie ematologiche croniche
- Ipertiroidismo
- Malattia di Gaucher
Escludendo le condizioni patologiche, in cui ad aumentare è la quantità di ferritina presente nei tessuti e nel sangue.
Possiamo agire sulla ferritinemia nel caso di eccessivo apporto di ferro con l’alimentazione.
La strategia alimentare prevederà una dieta a basso contenuto di ferro.
Seguire un ‘alimentazione varia e bilanciata permette di mantenere l’equilibrio tra le perdite quotidiane di ferro (attraverso l’urina, le feci, il ciclo mestruale, la sudorazione, ecc.) e la sua introduzione con gli alimenti.
Ecco alcuni accorgimenti per limitare l’introito alimentare di ferro e il suo assorbimento.
- Ferro eme. Evitare/limitare frattaglie (fegato, cervello, cuore), carne (in particolare quella rossa), molluschi (ostriche, cozze, vongole), pesce (scorfano, spigola, baccalà, acciuga, merluzzo), uovo (soprattutto il tuorlo). Questi alimenti infatti sono ricchi (soprattutto le frattaglie e la carne rossa) di ferro nella sua forma più facilmente assorbibile (ferro eme).
- Ferro non eme. Il ferro contenuto negli alimenti di origine vegetale, come legumi (fagioli, lenticchie, ceci), verdure a foglia (spinaci, alghe, radicchio, rucola), frutta secca (pistacchi, anacardi), cereali (avena, crusca di frumento, grano saraceno, quinoa), si trova nella forma meno assorbibile (ferro non eme), quindi non ha un grosso impatto sull’accumulo del minerale.
- Per limitare ulteriormente l’assorbimento del ferro non eme, è consigliato evitare l’associazione degli alimenti sopracitati con composti che aumentano la biodisponibilità del minerale: acido citrico (contenuto nel limone), vitamina C (peperoni, pomodori, kiwi, agrumi, patate) e acido folico (asparagi, broccoli, carciofi, bieta, spinaci, cavolfiore, agrumi).
- L’associazione con alimenti ricchi di calcio (latte e derivati), tannini (caffè, té nero e verde, uva, melograno, more, mirtilli, mela, cachi), fibra alimentare e fitati (cereali, soprattutto non raffinati, legumi, semi, frutta secca) invece diminuisce l’assorbimento del ferro non eme.
Si può notare che numerosi alimenti ricchi di ferro non eme (legumi, cereali, frutta secca) sono anche ricchi di fitati,quindi non ha senso ridurne il consumo.
In caso di ferritina alta è necessario porre attenzione agli alimenti più ricchi di ferro eme, facilmente assorbibile, la cui biodisponibilità non è influenzata da altri alimenti della dieta.
In base all’entità dell’iperferritinemia, sarà necessario limitare o evitare del tutto:
- frattaglie (cuore, fegato, rene, polmone)
- carni trasformate (salsiccia, bresaola)
- carne rossa (cavallo, maiale, agnello, vitello)
- molluschi (ostriche, cozze)
- pesci (scorfano, spigola, pagello, alici)
Alimentazione in caso di Iperferritinemia
Alimenti ricchi in ferro sono: vongole, fegato, cacao amaro (o cioccolato fondente), germe di frumento, frutta secca, carne soprattutto rossa, legumi
Livelli di ferro aumentati possono indurre stress ossidativo e aumento radicali liberi che
possono danneggiare il DNA. Per questo motivo gli antiossidanti risulteranno fondamentali nella protezione del corpo dai danni provocati dallo stress ossidativo.
Si consiglia quindi un elevato consumo di frutta e verdure, facendo però attenzione a verdure a foglia verde, solitamente ricche in ferro (non eme quindi meno assorbibile e per questo motivo tali verdure non devono essere del tutto escluse dall’aliementazione).
Cereali e legumi che contengono sostanze, come l’acido fitico, che inibiscono l’assorbimento del ferro (senza però eccedere altrimenti si causa carenza di minerali quali calcio e zinco).
Le uova sono una fonte di ferro non eme ma contengono una fosfoproteina nel tuorlo chiamata fosvitina che inibisce l’assorbimento del ferro. Inoltre tè e caffè, grazie al contenuto di polifenoli (come i tannini) possono essere consigliati in quanto riducono l’assorbimento del ferro nell’organismo.
Le proteine costituiscono una parte molto importante di una dieta sana ed equilibrata. Tuttavia, molti alimenti ricchi di proteine contengono il ferro. Si consiglia quindi il consumo di proteine magre povere di ferro, come:
- Tacchino
- Pollo
- Tonno
Nonostante i prodotti ittici non contengano una quantità eccessiva di ferro è consigliato evitare alcuni tipi di molluschi ad elevato contenuto in ferro come le vongole.
Altri alimenti da evitare per la ferritina alta sono: Cibi ricchi di vitamina A e C, Cibi fortificati e arricchiti di vitamine e minerali, Alcool (perché danneggia il fegato), Integratori che contengono ferro, vitamina C oppure i multivitaminici.
Qual è il fabbisogno giornaliero di ferro?
Il fabbisogno di ferro varia in base al sesso, età, livello di attività fisica e di particolari condizioni fisiologiche come la gravidanza e l’allattamento. Per un adulto la dose giornaliera raccomandata è di 14 mg (valore di riferimento europeo).
Negli uomini il fabbisogno di ferro rimane per lo più costante mentre nelle donne varia molto in base alle fasi della vita.Aumenta a circa 18 mg al giorno intorno ai 14 anni (età del menarca) e rimane tale fino a circa 60 anni, età oltre la quale scende intorno ai 10 mg. Durante la gravidanza sale poi a 27 mg mentre durante l’allattamento scende a 11 mg.
L’apporto alimentare di ferro deve compensare la perdita di 1-2 mg/die. In una dieta equilibrata si ha un apporto alimentare di 6 mg di ferro ogni 1000 kcal. La frazione del ferro assorbito è il 20% per il ferro eme (carne, animale) ed il 3-5% per il ferro non eme (vegetali, legumi).
Di fatto il ferro non eme è la quota maggiore assunta. l’assorbimento del ferro avviene nel digiuno/digiuno prossimale e una parte lega la transferrina in circolo (piccola quota, 3 mg).
Il ferro si accumula poi in vari tessuti: fegato (1g), muscolo (300 mg, mioglobina, mitocondri), osso (300 mg), ma soprattutto in macrofagi (600 mg: distruzione globuli rossi a fine vita) ed eritrociti (1,8 g, emoglobina).
Perdita 1-2 mg/die. Le perdite di ferro non sono controllate e sono dovute all’esfoliazione di cheratinociti ed enterociti (epitelio).
Quali sono i sintomi di un eccesso di ferro?
L’iperferritinemia risulta spesso asintomatica. In altri casi, i sintomi possono essere:
- astenia
- apatia
- dolori addominali
Negli uomini si possono verificare riduzioni della libido e impotenza. In fase avanzata si possono sviluppare cirrosi epatica, diabete e scompensi cardiaci refrattari al trattamento che rappresentano più grave manifestazione di interessamento cardiaco.
Soltanto nei casi in cui si hanno livelli di ferritina molto elevati si possono avere anche sintomi come gastralgia, tachicardia o dolori articolari. Inoltre, dato che il ferro si accumula nei vari organi, alcuni sintomi si possono presentare anche là dove l’accumulo è maggiore.
Consigliamo la lettura del seguente articolo realizzato dalla Nutrizionista Susanna Agnello per approfondire l’argomento inerente la corretta alimentazione da seguire per chi soffre di ferritina alta.