Il lavoro dei Carabinieri dell'arte, come un'opera rubata torna a casa: "Siamo tutti tutori della cultura"

(foto gonews.it)

Sala da sold out quella di Palazzo Grifoni a San Miniato per conoscere il lavoro dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. A raccontarlo, il Comandante Roberto Riccardi


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Sulle tracce di una scultura trafugata da una chiesa, alla caccia di un quadro scomparso da un museo, al setacco dei movimenti di quell'opera d'arte per ripercorrere il suo viaggio e scoprirne l'esatta provenienza. Non è un libro che racconta le cronache del ladro gentiluomo Arsenio Lupin ma è il lavoro che non conosce confini geografici, di un nucleo dei Carabinieri che opera in Italia per la tutela del bene comune più prezioso: quello culturale.

Sala gremita ieri sera, tra istitutuzioni e molti curosi, a Palazzo Grifoni per conoscere le attività e il mestiere dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Ospite d'eccezione il Comandante e Generale di Brigata Roberto Riccardi, che ha letteralmente catturato l'attenzione della platea raccontando il lavoro svolto dal Comando. Alla conferenza, organizzata dalla Fondazione CR San Miniato e dall'associazione OSC Onlus e moderata dal vicedirettore de La Nazione Piero Fachin, presenti il vescovo di San Miniato Monsignor Andrea Migliavacca, il vicepresidente della Fondazione CR San Miniato Giovanni Urti, il presidente dell'associazione OSC Valerio Martinelli. In sala anche il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, che ha sede a Palazzo Pitti, con il Comandante Capitano Claudio Mauti.

A destra il Comandante dei Carabinieri Tpc Roberto Riccardi, a sinistra il Comandante del Nucleo di Firenze Claudio Mauti (foto gonews.it)

L'Italia è culla di tesori dal valore insestimabile e il reparto speciale dell'Arma dei Carabinieri, fondato nel 1969, agisce nel riconoscere, proteggere e conservare proprio questi beni affinché possano essere offerti, oggi e in futuro, alla conoscenza di tutti i cittadini. Composto da una struttura centrale che ha sede a Roma, e in sedici nuclei sparsi nelle Regioni, il Comando è specializzato in indagini relative al patrimonio culturale italiano, e interveniene in operazioni internazionali laddove vi sia un illecito. Dalla fondazione ad oggi circa 3 milioni di opere d'arte sono tornate a 'casa'. E come spiegato dal Comandante e Generale Riccardi, la tecnologia sta progressivamente contribuendo allo sviluppo della Banca Dati, per comparare sempre più velocemente le immagini delle opere, fondamentali nello svolgimento delle ricerche, e agevolare le indagini. Indagini che appunto non si limitano ai confini nazionali ma che spesso, riguardano il mondo.

I sistemi tecnologici e di allarme sempre più evoluti stanno contribuendo ad un calo negli ultimi anni dei fenomeni delittuosi legati all'arte. Ma se c'è un fenomeno che mantiene un trend costante, è quello della contraffazione, spiega Riccardi. I Carabinieri che fanno parte di questo corpo speciale sono 300 in tutta Italia. In realtà, come ha sottolineato il Comandante, "possiamo essere tutti tutori della cultura. Siamo 60 milioni, e l'apporto di chi detiene i beni e di ogni singolo cittadino è fondamentale alla tutela del patrimonio culturale".

Nell'immaginario collettivo, alimentato da film e libri, il ladro di opere d'arte è quella persona che in tuta nera e passamontagna si muove da contorsionista tra i raggi luminosi dei dispositivi d'allarme, fino a mettere le mani sull'oggetto prezioso. Un identikit che non si discosta molto dalla realtà dei fatti, poiché chi colpisce un luogo di cultura o traffica opere d'arte, è generalmente una persona esperta in materia. Per questo dunque anche gli stessi militari speciali sono preparati ed affiancati da expertise.

Il teatro operativo di questi Carabinieri è il mondo. "Per noi la cooperazione internazionale è pane quotidiano, i nostri partner sono ovunque - afferma il Comandante Riccardi - lavoriamo nel campo investigativo e anche nell'ambito della cosiddetta diplomazia culturale". Poi c'è la neonata creatura Unesco dei "Caschi blu della cultura". "Normalmente sono quelli che svolgono il peace keeping - dice ancora il Comandante - nell'ambito della cultura, sono coloro che proteggono i beni in situazioni di crisi. Nati nel 2016, i Caschi blu della cultura intervengono in tutto il mondo con egida dell'Unesco, mettendo in sicurezza beni a rischio. Tutto questo servirà per attuare interventi conservativi e di restauro". Ad esempio nei terremoti che colpirono il Centro Italia nel 2016, spiega il Riccardi, furono messi in sicurezza 30mila beni culturali. Il Comandante racconta che arrivati sul posto trovarono la devastazione dopo il sisma, persone ancora sotto le macerie e chi aveva perso tutto. Dopo aver collaborato con i soccorsi e la protezione civile per salvare vite, Riccardi porta all'attenzione della sala un episodio toccante, che dimostra anche l'attaccamento della popolazione alla sua cultura. La scultura di una Madonna nelle Marche, andò in mille pezzi. Un carabiniere si mise alla ricerca di tutte i frammenti della scultura e con lui partecipò tutto il paese, colpito dal sisma. Tantissimi altri gli interventi, anche internazionali, come in Iraq, in Libano in seguito all'esplosione del porto di Beirut nell'agosto 2020 o il recente terremoto in Messico. Qui "ci hanno apprezzato a tal punto - dice il Comandante - da chiedere di aiutarli a formare un nucleo come il nostro". Attivi su ogni calamità e crisi, per la salvaguardia del patrimonio culturale, i Carabinieri Tpc adesso stanno operando anche in Ucraina, colpita dalla guerra iniziata nel febbraio scorso. Tra le altre opere a Kiev, nella capitale, è custodita la scultura "La Pace" di Antonio Canova.

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Come si sviluppa un'indagine tipo? Dal momento in cui scompare un'opera d'arte, da un museo o da un luogo di cultura, parte l'indagine con un sopralluogo dal punto in cui è avvenuto il furto. Il Comandante cita ad esempio il furto del febbraio 1975 da Palazzo Ducale di Urbino, dal quale furono sottratte tre opere, una di Raffaello e due di Piero della Francesca. L'indagine partì da lì, vagliando porte, finestre e chiunque fosse potuto entrare. A quel punto scatta l'intelligence, la ricostruzione di dove queste inestimabili opere possono andare a finire, proprio perché vendere un Raffaello non è un gioco da ragazzi. Inoltre, le bande specializzate in questo tipo di colpi non sono molte. Definito il più grande furto d'arte in Italia, le opere furono ritrovate l'anno successivo in un hotel di Locarno, in Svizzera, salvate dai carabinieri prima che i ladri, avendo realizzando che era impossibile rivenderle, le distruggessero. Diverso è il discorso per le indagini legate all'archeologia. "Il tombarolo agisce di notte, in campagna da solo e sa solo lui cosa trova" spiega ancora il Comandante Riccardi. "Quando il bene affiora - magari esposto in un museo - in collaborazione con expertise di supporto, parte l'indagine a ritroso". La filiera dunque si ripercorre nel senso opposto, per accertare la provenienza di quel bene. Il recupero magari può avvenire a distanza di decenni e, nel corso di tutto quel tempo, l'opera può passare da diversi possessori. Il conto dei vari passaggi si può dunque anche perdere e magari l'ultimo possessore, a cui viene sequestrato il bene, neanche sapeva che fosse rubato.

Altro esempio portato al pubblico di Palazzo Grifoni dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, è quello delle opere attribuite a Modigliani, esposte a Palazzo Ducale di Genova e ritenute false a seguito di indagini e perizie di esperti nel 2018. Quali sono gli elementi per individuare un falso? "I falsi sono sempre esistiti - risponde il Comandante - una riproduzione può essere fatta anche a scopo di tutela, perché l'originale potrebbe perdersi, o per mostrare più copie per far scegliere all'acquirente", l'illecito avviene quando il falso è prodotto a fine di lucro. A riconoscerlo sono la contrapposizione di perizie tecniche, i confronti degli esperti su quel determinato artista e la scienza, che determindo la data dei materiali utilizzati può già accertare se si è in presenza di un falso. Anche i sospetti hanno il loro peso, come quelli nutriti dai Carabinieri Tpc con le copie attribuite all'artista Franco Angeli, indagine che ha portato al sequestro di 650 falsi.

Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (foto gonews.it)

Quali sono le indagini o i momenti della carriera che ricorda di più? "Per un investigatore dell'arte ci sono due momenti belli, il recupero e la restituzione" dice a San Miniato Riccardi, avviandosi verso la conclusione di un racconto che ha incuriosito molti. Il Comandante cita un caso tutto toscano. Nel settembre 2020, dopo un'indagine internazionale, la madonna con bambino di Andrea della Robbia è tornata nella chiesa di San Giovanni Battista a Scansano. Trafugata il 9 agosto 1971, la preziosa terracotta invetriata fu venduta in un'asta a Londra e finì in Canada. La foto fornita dal parroco fu l'elemento chiave per il successo delle ricerche dei carabinieri, che l'hanno riportata nel suo luogo di origine. Alla cerimonia di restituzione, è stato bello dice Riccardi "vedere la commozione degli anziani", affezionati alla terracotta scomparsa da decenni. O ancora un altro successo, emozionante, è quello della porta del Bataclan. Dopo l'attacco terroristico nel locale di Parigi del 2015, dove persero la vita 90 persone, Banksy nel 2018 dipinse la porta del locale come tributo alle vittime. Nel 2019 la porta fu rubata ed è stata recuperata l'anno successivo in Abruzzo, a seguito delle indagini della Procura distrettuale dell'Aquila. "Il momento della restituzione a Palazzo Farnese nelle mani dell'ambasciatore Francese è stato importante. Non potevamo restituire la vita alle vittime - conclude il Comandante Riccardi - ma abbiamo restituito il tributo".

Pubblico entusiasta dell'incontro con i 'Carabinieri dell'arte', il pomeriggio a San Miniato "è stato uno dei più alti momenti per la nostra Fondazione - commenta il vicepresidente della Fondazione CR San Miniato Urti - Ringraziamo il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale per quanto fa per noi, ma soprattutto per le generazioni future".

L'invito infine a proteggere e tutelare il patrimonio culturale è rivolto a tutti, "qualunque cittadino è tutore dell'arte" conclude il Generale e Capitano Roberto Riccardi.

Margherita Cecchin

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