Scrive da sempre, prima a mano, poi con la sua vecchia Olivetti lettera 32, ma soltanto adesso ha deciso di raccogliere in un libro che si intitola “Di uomini, di storie e di luoghi”, i numerosi racconti, alcuni dei quali gli hanno valso premi letterari. E dopo un primo tentativo andato a vuoto ad ottobre per sopraggiunti problemi cardiaci, finalmente è stato presentato pubblicamente questo pomeriggio.
Così Cirano Andreini, classe 1931, ex ebanista, ex capotecnico delle Ferrovie dello Stato e collaudatore dei treni prodotti a Pistoia, dopo aver affidato ad un volume oltre 50 dei suoi racconti, ha potuto finalmente parlarne con il folto pubblico accorso ad ascoltarlo.
“Da solo – si schermisce - non me la sarei sentita di veder messi a valore letterario e a pubblica lettura i miei scarabocchi ricchi di una vita. Così invio un grande e particolare grazie a chi ha “brigato”, “fomentato”, “selezionato”, “ragionato” sulle centinaia di pagine dei miei racconti, bozzetti, carotaggi della memoria e così via. Sono sbalordito che la decina di chili di fogli da me scritti fosse degna di qualcosa di più del sacco di Alia, subito dopo le mie esequie”.
Invece i suoi racconti sono diventati “Di uomini, di storie e di luoghi”, un bel libro di 250 pagine con foto, edito da SetteGiorni.
La prima parte si compone di 21 storie di guerra, tutte vissute in prima persona dall’autore. Sono quelli che lui stesso definisce i “carotaggi della memoria”, la sua, che rievoca il vissuto di quando era bambino alle prese con la guerra e con i bombardamenti. Con lo struggente ricordo di Antonio Zanzotto, suo compagno di banco e uno dei cinque fratellini uccisi da uno dei bombardamenti che colpì Pistoia. E con un apparentemente strano, ma motivato, “elogio delle bombe”, quelle che fecero saltare un treno carico di munizioni, che così non furono usate per provocare altri morti.
La seconda contiene tredici racconti di altrettanti viaggi, compiuti nel Pistoiese e in Toscana, rigorosamente a piedi dopo aver raggiunto con mezzi pubblici il punto di partenza, per poi essere rigenerati dai colori, dai profumi, dal silenzio di cui racconta. Tra tutti si segnala un inedito percorso, da Poggio a Caiano a Pontelungo di Pistoia, risalendo il corso dell’Ombrone lungo l’argine, proponendo storie come quella dell’antico Lago di Pistoia, originato dal Masso della Gonfolina.
La terza sezione ha al centro donne e uomini, ritratti in scenari assai diversi, che si sostanziano degli ambienti e delle vicende che la sorte ha dato loro da abitare e da vivere. E racconta storie godibili. Ne è un esempio quella del Gobbo di Pistoia, omicida dopo aver subito trent’anni di vessazioni, amato dal popolo, quasi graziato dal giudice, al quale si dice siano dedicati sia una piazzetta che un vicolo nel centro di Pistoia.
“Di uomini, di storie e di luoghi” è stato presentato oggi al pubblico dei lettori oggi nei locali di Gea in via Ciliegiole a Pistoia, gentilmente concessi dal suo presidente, Giovanni Palchetti.
Sono intervenuti Giovanni Capecchi docente all’Università per stranieri di Perugia, che del libro ha scritto la presentazione e gli storici pistoiesi Claudio Rosati e Andrea Ottanelli, oltre a numerosi altri. Ha condotto e moderato Ezio Menchi, che di “Di uomini, di storie e di luoghi” è stato il promotore.
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