I comitati territoriali di diverse associazioni ambientaliste si sono riuniti la settimana scorsa in un’assemblea aperta alla cittadinanza per informare la popolazione su quanto sta accadendo riguardo alla realizzazione del nuovo ponte sull’Arno.
È sconcertante che gli amministratori regionali proponenti del progetto non ritengano necessario condividere con la popolazione il progetto di un’opera che chiedono da decenni, ma la cosa risulta un po’ meno strana se si leggono i documenti tecnici.
In effetti durante l’ultima seduta della Conferenza dei Servizi che doveva emettere l’autorizzazione del procedimento (il PAUR) sono emerse così tante criticità che pare impossibile possano essere superate. La stessa dirigente responsabile del procedimento ipotizza una specie di “via d’uscita” per la Giunta nel caso venga dichiarato che: 1) non ci sono soluzioni alternative possibili; 2) sussistono motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica; 3) se verrà adottata ogni misura compensativa necessaria a garantire la coerenza globale delle rete Natura 2000.
Nell’interrogazione che abbiamo depositato stamani mattina chiediamo alla Giunta chiarimenti su come e perché sono state accantonate le soluzioni alternative ma anche se è stato fatto un aggiornamento dei costi in virtù degli aumenti delle materie prime e dell’energia degli ultimi mesi.
Nella costruzione di un ponte a 18 campate in acciaio spesse fino 7,5 metri, la differenza del costo del materiale non è proprio un particolare insignificante e l’aumento potrebbe far superare di parecchio il limite di 50 milioni di Euro che stabilisce per quali progetti è previsto il percorso partecipativo (tanto declamato quanto temuto dai nostri amministratori).
Ma una delle principali domande per cui attendiamo risposta riguarda la supposta esistenza di un elettrodotto proprio nell’area dove il ponte a campate dovrebbe raggiungere i 25 metri di altezza per superare due linee ferroviarie che si trovano su piani sfalsati una sopra l’altra. Come mai questo elettrodotto non viene nominato in nessun documento? Quale soluzione è stata prevista? E quanto costa?
Straordinario anche che, per realizzare questo progetto, la Giunta sorvoli sul fatto che si andrebbe a interferire pesantemente con il parco fluviale di Lastra a Signa, realizzato per compensare il disagio del depuratore di San Colombano (che insieme al Parco dei Renai fa parte della rete Natura 2000) adducendo la motivazione che la “non praticabilità sarebbe solo temporanea” senza specificare quali leggi consentano una distruzione temporanea delle compensazioni.
Dopo le affermazioni in Consiglio Regionale del Governatore Giani che candidamente ha ammesso di ignorare l’esistenza del parco fluviale di Lastra a Signa e dichiarato le alternative come più impattanti a livello paesaggistico, nutriamo seri dubbi che la Giunta legga fino in fondo i documenti tecnici ma confidiamo che solerti collaboratori possano valutare le conseguenze di un eventuale proseguimento di un progetto di cui non si conosce nemmeno il costo complessivo visto che l’unico previsionale sembra essere stato fatto per un ponte strallato anziché a campate.
Silvia Noferi, Consigliera della Regione Toscana
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