Regolamento dei 'Beni Comuni', a Empoli i cittadini si prendono cura del territorio

(foto gonews.it)

Entra nel vivo il regolamento per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni: ecco come partecipare. Barnini: "Una nuova opportunità per vivere al meglio la nostra comunità"


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Condividere un bene comune, pensare al suo futuro, prendersene cura collaborando insieme ad altri cittadini. A Empoli entra in funzione il "Regolamento per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni", all’interno del Distretto dell’Economia Civile.

Presentato questa mattina nel Cenacolo degli Agostiniani, cittadini e associazioni hanno preso parte al primo incontro dell’amministrazione, che ha illustrato le funzionalità del regolamento. Per la sindaca Brenda Barnini si tratta di una "nuova opportunità per vivere al meglio la nostra comunità". Il regolamento, approvato nel Consiglio comunale del 29 marzo 2022, ha alle spalle un percorso partito anni fa, nel primo mandato della giunta Barnini.

Il progetto, nato prima della pandemia, oggi dopo tanta solitudine assume ancora più valore, come sottolinea la sindaca: "Consente di riportare le persone a prendersi cura insieme di cose, persone e relazioni. Uno degli effetti indiretti della pandemia è anche un non piccolo aumento di episodi, in cui nei confronti dei beni comuni non solo non ci se ne prende cura, ma si tende a vandalizzarli. Non è rilegato solo al cattivo comportamento di qualche singolo individuo, ma dobbiamo interrogarci sul perché - evidenzia Barnini - spesso si tratta di richieste di aiuto".

L’assessora alle politiche sociali del Comune di Empoli Valentina Torrini entra nel merito del regolamento. Di cosa si tratta? Il regolamento dei beni comuni consentirà ai cittadini di essere protagonisti della città, disciplinando forme di collaborazione tra gli stessi e l’amministrazione, finalizzate alla cura alla rigenerazione e alla gestione dei beni comuni. E cosa sono i beni comuni? Sono i beni gestiti in modo condiviso dalle persone che vivono una comunità. Tra quelli pubblici si trovano ad esempio scuole, piazze e parchi tra quelli privati giardini, orti e resedi. Il regolamento comprende anche beni fisici naturali come acqua e aria, sociali e immateriali come la fiducia reciproca e le relazioni, i beni materiali tra cui edifici, spazi urbani, aree verdi e infine i beni digitali, come i siti web.

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A questo link https://www.comune.empoli.fi.it/distretto-economia-civile-empoli/beni-comuni è possibile consultare la sezione "Cittadini per i Beni Comuni" da cui trarre tutte le informazioni utili su come proporre un 'patto di collaborazione', prendere visione del 'Regolamento' e dei 'patti' e, quindi, partecipare al progetto.

Come evidenziato dall’assessora Torrini, da oggi tutti i cittadini che hanno la voglia di prendersi cura di un bene comune hanno la concreta possibilità di farlo, grazie a un modo nuovo di amministrare la città. Già da alcuni anni, ha sottolineato ancora l'assessora, sono stati introdotti strumenti di co-programmazione e co-progettazione, coinvolgendo le associazioni e il terzo settore così da decidere insieme all’amministrazione quali obiettivi raggiungere e con quali modalità. Con questo regolamento, ecco che si coinvolgono direttamente i singoli cittadini, con la volontà di stimolarli a pensare al futuro della città: ognuno ha la possibilità di condividere la sua idea con il Comune, per poi provare, insieme all'amministrazione o ad altri cittadini, a cambiare il volto di quel pezzetto di mondo, che è suo e di tutta la comunità.

Presente anche Massimo Mannoni di Lubsus-Laboratorio per la sussidiarietà, già responsabile dell'ufficio Beni Comuni del Comune di Livorno, dove ha visto prendere forma al Regolamento partito oggi anche a Empoli. Come spiegato da Mannoni, in Italia il primo regolamento dei beni comuni fu approvato a Bologna nel 2014. A livello nazionale oggi "si contano circa 300 comuni - 45 in Toscana - più o meno grandi, che hanno approvato il regolamento e sottoscritto migliaia di patti". Con questo regolamento, "cittadini e amministrazione si trovano ad operare sullo stesso piano, non c’è più una condizione gerarchica, insieme si decide cosa fare - conclude Mannoni - assumendosi ognuno le proprie responsabilità".

Margherita Cecchin

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