I dispositivi a tabacco riscaldato sono sempre più richiesti tra i prodotti per il fumo alternativi alle sigarette tradizionali. Sono comparsi sul mercato solo da alcuni anni, ma hanno già riscontrato un notevole gradimento da parte dei consumatori, specie da parte di chi vuole provare a ridurre il consumo di nicotina. In commercio è possibile trovarne di diversi tipi, che si differenziano tra loro non solo dal punto di vista estetico ma anche per la specifica tecnologia utilizzata.
In linea di massima, un THP (Tabacco Heating Product) è un dispositivo che riscalda una miscela di tabacco, confezionata in un apposito stick di ricarica. La temperatura interna della camera di riscaldamento non supera mai i 300°; in tal modo, il tabacco viene solo riscaldato, senza innescare il processo di combustione (per il quale, invece, servirebbe una temperatura tre volte superiore). Per implementare questo processo, vengono utilizzati sistemi e tecnologie diverse: di seguito, vediamo quali sono.
Riscaldamento a induzione
I sistemi di riscaldamento a induzione del tabacco sono piuttosto comuni ed ampiamente utilizzati. Tutti i modelli di riscaldatore di tabacco gloTM lanciati dalla British American Tobacco nel 2016, ad esempio, sfruttano una particolare Induction Heating Technology, ossia un sistema di riscaldamento a induzione. Il device utilizza una bobina, avvolta attorno alla camera di riscaldamento, alimentata da una batteria; quando la bobina viene attraversata da corrente elettrica continua, crea un campo elettromagnetico all’interno della camera dove alcuni elementi ferrosi si riscaldano. In tal modo si crea il calore necessario affinché la miscela di tabacco produca un aerosol aromatizzato (contenente nicotina ma non anidride carbonica) pur in assenza di combustione (la temperatura, infatti, non supera i 260°).
Riscaldamento resistivo
Tra le principali alternative alla tecnologia che sfrutta l’induzione vi sono i sistemi di tipo resistivo, come si evince da un report stilato dall’associazione CORESTA nel 2020. Il principio di base è lo stesso delle lampadine a incandescenza: i dispositivi di questo tipo riscaldano il tabacco utilizzando delle resistenze, ossia dei fili di un particolare materiale. A differenza delle bobine a induzione, questi elementi oppongono ‘resistenza’ al passaggio della corrente elettrica; ciò provoca una reazione interna alla resistenza (simile ad un attrito) che genera calore. Maggiore è la resistenza opposta dal materiale, più elevata è la quantità di calore generato. Questo sistema, pur essendo ampiamente diffuso, risulta complessivamente meno efficace, in quanto impiega più tempo a raggiungere la temperatura desiderata e richiede più energia.
Riscaldamento a carbone
Secondo il report di cui sopra, rientrano tra i dispositivi THP anche i riscaldatori di tabacco che utilizzano la tecnologia “carbon-heated” che, a differenza dei sistemi sopra descritti, non utilizza componenti elettroniche. Nei device di questo tipo, la combustione riguarda una puntina di carbone che produce il calore necessario a vaporizzare il tabacco; il carbone reagisce con l’ossigeno in un processo di combustione che genera calore ma il tabacco non viene bruciato. Ciò è possibile grazie alla presenza di un disco di alluminio, che separa il carbone dal tabacco; lo spessore del disco, ed altre caratteristiche tecniche e di design, fanno sì che la temperatura non raggiunga mai il punto di combustione. Lo strato in alluminio, infatti, trasferisce il calore ma non lascia passare l’aria: è per questo che il tabacco non brucia, e l’esperienza è molto simile a quella delle sigarette tradizionali.
Software per il controllo della temperatura
Molti dispositivi a tabacco riscaldato, a prescindere dalla tecnologia che utilizzano, sono dotati di software o altri sistemi per controllare la temperatura prodotta dal device. Alcuni THP, ad esempio, sfruttano un sistema di controllo progressivo della temperatura, volto ad evitare il surriscaldamento del tabacco ed impedire che quest’ultimo venga bruciato. Allo stesso scopo, alcuni dispositivi impiegano sofisticati componenti elettronici per attuare la regolazione della temperatura così che non venga innescato il processo di combustione.
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