Dopo due anni di pandemia torna il corteo del primo maggio a Empoli, CSA Intifada e Cobas tornano a manifestare al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici contro la guerra e per un lavoro stabile e sicuro.
Domenica 1° maggio corteo ore 9,30 P.za don minzoni a Empoli, ore 13 pranzo al CSA Intifada via xxv aprile - Ponte a Elsa. Per prenotazioni mandare un messaggio al 3396367931
Daremo vita ad uno spezzone che rivendica il diritto ad un lavoro dignitoso e rispettoso delle persone e dell’ ambiente. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una decisa precarizzazione del mondo del lavoro, gli stipendi, invece di crescere bilanciando il potere di acquisto, stanno diminuendo fino a essere tra gli ultimi in Europa.
Molti salari non permettono più di vivere dignitosamente e la generazione degli ultra cinquantenni vede continuamente allontanarsi la possibilità di godersi una meritata pensione. Questa precarietà spinge la manodopera più qualificata ad emigrare verso il nord Europa e quella meno ad adeguarsi a qualsiasi condizione di lavoro. Entrare in questo mondo spesso equivale ad entrare in una spirale dalla quale non si esce, proprio come nel film del regista inglese Ken Loach: Sorry We Missed You.
E’ aumentata la forbice del divario tra ricchi e poveri e tra uomo e donna. Il tasso di disoccupazione femminile in Italia nel 2020 è stato molto alto, solo il 51% ha avuto la possibilità di lavorare. Gli stipendi e le opportunità di carriera sono mediamente inferiori a quelle degli uomini. Il Word Economic Forum prevede che, a livello mondiale, la parità di genere sarà raggiunta solo tra 36 anni. Un mondo penalizzante quindi per le donne e per i giovani, lavori sempre più precari e pericolosi. Le denunce di infortunio nel 2021 sono state 550.000 ed i morti 1221. A queste cifre andrebbero aggiunti anche tutti quelli che lavoravano a nero, altra piaga irrisolta in questo paese. I controlli invece di essere stati incentivati sono stati penalizzati da continui tagli alle risorse. Tra le troppe morti sul lavoro vogliamo ricordare due giovani che in quel mondo in realtà dovevano ancora entrare, Lorenzo e Giuseppe, morti durante l’ alternanza scuola-lavoro. Il sapere non può essere mercificato ed il lavoro dei giovani non deve essere sfruttato dai padroni.
Si ricorre sempre più spesso ad appalti e sub-appalti con applicazione di CCNL peggiorativi che niente hanno a che vedere con le reali mansioni svolte. Esempio di esternalizzazione e svalutazione del bene comune in questo territorio è la vicenda della piscina comunale, i servizi devono essere re-internalizzati dagli enti pubblici reperendo fondi da una finalmente efficace lotta all’ evasione fiscale.
La vicenda della GKN Firenze, emblema di resistenza operaia capace di raccogliere solidarietà da un intero territorio è l’esempio di una globalizzazione delle sole merci e non dei diritti che sta alla base delle tante delocalizzazioni e vero volto del capitalismo. Un modello di sviluppo ormai chiaramente fallito, che non garantisce il benessere di tutti ma che si alimenta di manodopera a basso costo e mette in pericolo l’ esistenza stessa del genere umano su questo pianeta attraverso la conseguente crisi climatica. La vicenda KEU è l’ esempio di una inaccettabile scelta tra salute e lavoro.
Quest’anno scenderemo in piazza anche per il diritto dei popoli alla pace e contro la guerra ovunque sia. Quella nel cuore dell’ Europa è alimentata dagli opposti nazionalismi ed in funzione degli interessi di sempre. In Ukraina si muore ma il gas continua a scorrere, la NATO registra nuove richieste di adesione ed i paesi che ne fanno parte aumentano le proprie spese militari. Ricordiamo il concetto di Gino Strada per cui la cosa migliore da fare contro la guerra è non farla. Né con Putin, né con la NATO.
Contro la guerra, gli eserciti e le armi. Contro l’ipocrisia dei partiti che si dichiarano per la pace ma finanziano la guerra. Per la pace, la fratellanza e la solidarietà tra i popoli. Contro il ricatto della scelta tra lavoro e salute. Contro il concetto di sfruttamento dell’ uomo sull’ uomo. Per un lavoro dignitoso, sicuro e rispettoso dell’ ambiente.
Cobas ATI - CSA Intifada/Comunità in resistenza
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