Sabato 23 aprile grande festa a San Donato a Livizzano per la presenza del Cardinale Ernest Simoni e del Cappellano Militare Don Massimo Ammazzini del Comando Regionale Toscana Guardia di Finanza.
La solenne Santa Messa nella solennità della "Divina Misericordia", a conclusione dell’Ottava di Pasqua, è stata presieduta dal Cappellano Militare, concelebrata dal Parroco Don Cristian Meriggi alla quale ha assistito Sua Eminenza che ha amministrato il Sacramento della Cresima ad alcuni ragazzi.
Per l’occasione è giunta dal Santo Padre Francesco, una missiva per il Cardinale, con la quale il Pontefice ha impartito la Benedizione Apostolica ai cresimandi, a Sua Eminenza e a tutti i presenti stupiti di questo bellissimo ed inaspettato dono giunto dal Vaticano. Per l’occasione erano presenti le massime autorità giudiziarie, civili e militari: il Giudice di Pace di Empoli, Dott.ssa Doriana La Neve, il Capo Ufficio Operazioni del Comando Regionale Toscana Guardia di Firenze Ten. Col. Salvatore Martino, il Comandante Tenenza Guardia di Finanza di Castelfiorentino Ciro Alfano, l’Ispettore Regionale Ass. Naz. Carabinieri Toscana Salvatore Scafuri, il Presidente Ass. Naz. Carabinieri Sez. Montespertoli Gabriele Mariano ed il Cav. Vieri Lascialfari Cerimoniere della Polizia Municipale dell’Unione dei Comuni dell’Empolese.
Il Cardinale, accolto sempre da numerosi fedeli, ha vissuto i giorni in preparazione alla Santa Pasqua, presso la Parrocchia di San Donato, partecipando poi alla Santa Messa nella Pasqua di Resurrezione nella "veglia madre di tutte le veglie" come Sant’Agostino amava definire la solenne celebrazione della Resurrezione del Signore.
Don Ammazzini con queste parole ha salutato il venerato Porporato: "Eminenza Reverendissima, caro Padre Ernest, mai parole furono così appropriate come quelle scritte nel Libro della Sapienza, per porgerLe il nostro grato saluto, in questa sera, in questa celebrazione vespertina della festa della Divina Misericordia, nella Domenica in Albis: "Ecce Sacerdos Magnus, qui in diebus suis placuit Deo, et inventus est justus: et in tempore iracundiae factus est reconciliatio". Guardiamo a Lei, Eminenza cara e amata dal nostro popolo, che ha sopportato per Cristo sofferenze e umiliazioni nei 28 anni di carcere duro, sotto il regime ateo e comunista, che ha oppresso la Sua amata Albania. Guardiamo a Lei che ha perdonato, con esemplare carità cristiana, i Suoi persecutori, i Suoi carcerieri, i Suoi aguzzini. Ci aiuti padre Ernest ad essere veri discepoli del Cristo. Ci porti alla Madonna Santissima, a Lei, Mater Misericordiae, per poter essere in questo triste tempo, tempo dell’ira, anche noi, segni e artigiani di pace, di riconciliazione, di perdono. Siamo, se lasciati a noi stessi, pevere creature. Per vincere il male con il bene, abbiamo bisogno, come i Discepoli nel Vangelo, del dono del Cristo Risorto: Pax vobis! Et cum hoc dixisset, insufflavit et dicit eis: "Accipite Spiritum Sanctum". La Sua pace, lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo questa sera, per l’imposizione delle Sue mani e la preghiera, scenderà su questi giovani e li renderà capaci di amare come Dio ama. Con loro, possiamo anche noi ripetere a questa umanità incredula: Vidimus Dominum! E, se il Signore è con noi, allora tutto il male è vinto, anche la stessa morte. Tutto è possibile, anche il perdono! Abbiamo, però, bisogno, come Tommaso, di mettere il nostro dito nelle piaghe del Signore: sono anche le piaghe dell’umanità, di una umanità ferita dal peccato e dalle sue conseguenze, ferita dal male, dalla guerra. Sono le nostre piaghe! Per le Sue piaghe, per le piaghe del Cristo, noi siamo salvati! In ginocchio, come Tommaso, ripetiamo questa sera le parole della fede: "Dominus meus et Deus meus!" Invochiamo: Veni Sancte Spiritus!, e si compia il miracolo di una nuova Pentecoste che porti pace, perdono, riconciliazione. Lo vogliamo implorare perché ci doni la pace,
quella vera. La pace cantata dai memorabili versi di Alessandro Manzoni nell’Inno Sacro: "Nova franchigia annunziano / i cieli, e genti nove; / nove conquiste, e gloria / vinta in più belle prove; / nova, ai terrori immobile / e alle lusinghe infide, / pace, che il mondo irride, / ma che rapir non può".
Fonte: Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Montespertoli
<< Indietro