A distanza di due anni dal trapianto, la psicologa di Fabbrica di Peccioli proverà ad arrivare oltre i 4mila metri. "Bisogna crederci fino in fondo e, in questo caso, fino in cima"
La forza dei sogni, delle ambizioni e dei desideri può sgretolarsi di fronte alle difficoltà della vita. L’importante è però crederci, mantenere accesa quella forza anche nei periodi più duri per recuperare i desideri e trasformarli in realtà.
Francesca Masi oggi ha 47 anni e dopo la diagnosi di mielofibrosi, e il trapianto, questa estate a luglio scalerà il Monte Bianco. Era proprio uno dei suoi sogni, affievolito come il resto dalle parole dei medici nel 2016, quando le fu accertato di avere il raro tumore del sangue e comunicato che di tempo per intervenire ne era rimasto poco. Chiuso in un cassetto per un po', quel sogno però non è stato cancellato dalla terribile diagnosi, e adesso Francesca è pronta ad inseguirlo.
Psicologa di professione, Francesca Masi vive a Fabbrica di Peccioli. Scopre di essere affetta da mielofibrosi, rara malattia cronica del midollo osseo, circa 7 anni fa al laboratorio di Careggi Crimm, Centro di ricerca e innovazione per le Malattie Mieloproliferative, "un orgoglio per la Toscana", lo definisce Masi raccontando il suo percorso. "Mi è stato suggerito di entrare in un protocollo di ricerca – racconta – un farmaco ha funzionato per circa tre anni e mezzo". Ma le cellule hanno continuato a mutare e i farmaci non sono più stati sufficienti. A questo punto si è aperta la porta del trapianto, "ha un rischio di morte del 20%, per questo non è preso subito in considerazione – spiega ancora Masi – ma a quel punto per me, era l’unica soluzione". Francesca ha ricevuto il trapianto di midollo nel luglio 2020 al Gemelli di Roma e quest’anno, esattamente due anni dopo, sfiderà la gravità sulla vetta più alta d’Europa.
Come nasce l’idea di scalare il Monte Bianco?
"Nasce tanti anni fa, sono un’amante della montagna, faccio trekking e scio e avevo già in mente di andare sul Monte Bianco, mi veniva naturale pensare che prima o poi l’avrei scalato. Questo sogno l’ho messo da parte quando mi sono ammalata ma adesso che è passato qualche anno, sono in grado di riprenderlo in mano" afferma Masi. Rendendo pubblica la sua storia, e la sua imminente impresa sportiva, Francesca lancia più di un messaggio, dal non arrendersi al sostegno alla ricerca. "Non muore tutto con la diagnosi di cancro. I progetti si sospendono per un periodo ma non devono essere abbandonati. Ci vuole costanza, determinazione nel non scoraggiarsi o il rischio è limitarsi da soli, ed è fondamentale affidarsi a medici moderni non solo come approccio terapeutico e clinico ma anche come approccio alla malattia. A me – racconta ancora – hanno sempre invogliato ad andare avanti".
A seguire e promuovere l’impresa di Francesca Masi c’è Mielo-Spieghi, la campagna di informazione e sensibilizzazione sulle neoplasie mieloproliferative croniche (MPN) - che comprendono la Policitemia Vera (PV), la Trombocitemia Essenziale (TE) e la Mielofibrosi (MF) - promossa da Novartis in collaborazione con AIPAMM e con il patrocinio di AIL e del MPN Advocates Network. Cuore del progetto nel 2022 è 'ritornare alla vita' e tramite la pagina facebook, Mielo-Spieghi racconterà passo dopo passo la sfida di Masi attraverso la rubrica "Fino in cima", facendo diventare l'impresa della psicologa toscana un'impresa di tutta la community.
Nell’obiettivo alto oltre 4mila 800 metri Francesca non sarà sola, ma sarà accompagnata da una guida alpina, da un istruttore del CAI e da un’alpinista e fotografo, nonché suo marito.
Pronta per questa nuova avventura, Masi sottolinea l'importanza dell'attaccamento alla vita, quello che lei ha avuto nell'affrontare la malattia. "Serve avere delle ragioni per vivere, anche quando stai male, ci deve essere una vocina a dirti che la vita vale la pena di essere vissuta, perché è un’avventura bella". Conta la forza stessa del paziente, degli affetti stabili e dei medici, "serve uno slancio vitale per arrivare a stare meglio – conclude – bisogna crederci fino in fondo e, in questo caso, fino in cima".
Margherita Cecchin
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