Anche la provincia di Pisa sarà d’ora in avanti tra le zone d’Europa che possono godere di incentivi a fondo perduto, regionali e nazionali, destinati anche alle grandi imprese. Ugualmente c’entrano parte delle province di Pistoia, Arezzo, Grosseto e Lucca – i territori più più tradizionalmente legati ai distretti manifatturieri – che si sommano a Livorno e a Massa Carrara, che già lo erano. Ventotto comuni in tutto.
La nuova geometria, valida dal 2022 fino al 2027, è il frutto di una riperimetrazione che tiene conto delle peggiorate condizioni economiche di molte aree, con valori di Pil procapite inferiore alla media europea e disoccupazione invece sensibilmente più alta. La nuova mappa è stata disegnata in buona parte a Bruxelles, ma l’inserimento ad esempio di Pisa è stata una scelta ed una proposta della Regione, che la Commissione europea ha accolto.
Con l’approvazione in giunta – la delibera è stata portata dal presidente Giani e dall’assessore all’economia Leonardo Marras - si chiude l’ultimo passaggio.
"Abbiamo proposto di inserire anche parte della provincia di Pisa nelle zone svantaggiate – spiegano presidente ed assessore – per la presenza di un settore come l’automotive che sta vivendo una difficile transizione. Poter disporre della concessione di aiuti a fondo perduto, anche rivolti alle grandi imprese, aiuterà a traghettare il settore verso un futuro orientato alle auto elettriche salvando migliaia di posti di lavoro. Inoltre dobbiamo insistere sulle aree di crisi complessa, per completare la reindustrializzazione".
Circa il 9 per cento delle imprese del settore automobilistico in Toscana si concentra nella zona di Pisa: vale il 47,1 per cento dei dipendenti e il 39.4 per cento di tutte le entrate ed è un settore che richiederà necessariamente di una riconversione costosa, non solo in termini di ricerca e sviluppo ma anche come trasformazione di linee e prodotti, con impatto sull’intera catena.
La carta aggiornata degli aiuti di stato a finalità regionale consentirà di dispensare contributi a fondo perduto alle grandi imprese fino al 15 per cento degli investimenti fatti, su singoli progetti (il 10 per cento a Pisa). La percentuale potrà crescere di venti punti percentuali per le piccole imprese e di dieci punti per quelle di media dimensione.
A Livorno i Comuni confermati zona svantaggiata sono Piombino, Campiglia Marittima, Collesalvetti, Rosignano Marittimo e Livorno (ma non tutto). In provincia di Massa Carrara ne beneficeranno Massa, Carrara e Montignoso. Si tratta di province classificate anche come aree di crisi complessa. Per Pisa i territori che potranno godere degli aiuti sono Calcinaia, Casciana Terme Lari, Crespina Lorenzana, Fauglia e Pontedera; ad Arezzo il comune capoluogo, Capolona, Civitella in Val di Chiana e Laterina Pergine Valdarno; a Pistoia Agliana, Montale e Pistoia stessa; a Grosseto il comune capoluogo, Gavorrano, Scarlino e Follonica e infine in provincia di Lucca Altopascio, Capannori, Porcari e Lucca stessa.
Il criterio di scelta è stato quello di privilegiare i comuni dove maggiore è il peso dell’industria manifatturiera rispetto alla popolazione, di fatto andando a sovrapporsi alla geometria dei vari distretti industriali.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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