Vinitaly, la Cantina dei Colli Fiorentini per evitare guerra e Covid punta su altri mercati

Ritano Baragli, vicepresidente Fedagripesca Confcooperative Toscana

"E' presto per capire le prospettive ma dobbiamo essere positivi, cercando anche di essere presenti in altre parti del mondo visto che non possiamo contare sul mercato tra Russia e Ucraina, dove il settore vitivinicolo esportava per 400 milioni di euro. Ora, a causa della guerra, questa cifra è praticamente azzerata. Siamo tornati comunque in presenza e già questa è un'ottima notizia, per cui voglio essere ottimista".

A dirlo è stato Ritano Baragli, presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini, nell'ultimo giorno di Vinitaly a Verona. Il Vinitaly è anche una preview di un anno importante per la Cantina sociale Colli Fiorentini, che festeggia 50 anni dalla sua costituzione.

"A settembre festeggeremo questo traguardo - ha spiegato Baragli -. Le società in Italia nascono e muoiono molto rapidamente, la cooperazione è una delle formule più longeve, noi varchiamo i 50 anni e non è poco. Dai 23 viticoltori di Montespertoli che si misero insieme e costituirono la cooperativa abbiamo fatto molta strada. Oggi abbiamo la più grande cantina cooperativa della Toscana con 120mila quintali di uve raccolte, siamo il primo produttore di Chianti, un importante produttore di Chianti Classico, abbiamo 300 soci e 1500 ettari".

"È stato un percorso positivo – ha concluso Baragli -. Insieme è possibile fare tante cose, da soli è più complicato. Vari eventi, dalle calamità naturali al Covid che c'è ancora e pesa, hanno rischiato di mettere in crisi l'intero settore ma siamo qui e il bilancio non può che essere positivo".

 

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