In seguito ad alcune segnalazioni di bocconi avvelenati, sono scattati i controlli in più parti della provincia di Arezzo. Impiegate nei sopralluoghi sei unità cinofile provenienti da tutta Italia. Al setaccio del territorio ci sono i cani antiveleno, da Chiusi della Verna fino a Monte San Savino, comprese alcune aree del Parco nazionale delle Foreste casentinesi. Proprio qui di recente, sono stati segnalati avvelenamenti di animali, anche di specie protette.
Le unità cinofile hanno operato con il supporto dei veterinari dell'area protetta, con le stazioni dei carabinieri forestali di Arezzo dei reparti del Parco e Biodiversità di Pieve Santo Stefano. Utilizzate le strutture logistiche del reparto Biodiversità di Pratovecchio.
L'operazione è stata avviata per contrastare il rilascio di bocconi avvelenati, pratica illegale che può verificarsi per più motivi, dal controllo dei predatori nelle zone di animali allevati allo scopo poi di essere cacciati, per la difesa degli allevamenti bradi ma anche per la competizione nella ricerca di tartufi o liti tra vicini, in ambito urbano. Come spiegato dal presidente del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, nei bocconi sono utilizzati vari veleni spesso di origine agricola, e gli esemplari che ingeriscono le esche vanno incontro a sofferenze terribili, "la morte arriva solo dopo una dolorosissima agonia".
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