Un grande evento a Barberino Tavarnelle in nome della ‘Libertà’, nel borgo storico di San Donato in Poggio. Andrea Scanzi, scrittore, giornalista, opinionista, è il protagonista del monologo-racconto dedicato al Festival di Sant’Anna di Stazzema e dei luoghi della memoria. L’evento è in programma sabato 12 marzo alle ore 21 presso il Cinema Teatro Verdi di San Donato in Poggio, nel Comune di Barberino Tavarnelle. “Libertà”, ispirato ad un dialogo con Giorgio Gaber, è narrato e curato da Andrea Scanzi, nell’ambito del festival di Sant’Anna di Stazzema 2022 “D come democrazia” destinato a coinvolgere direttamente i luoghi della memoria delle stragi nazifasciste in Toscana con la partecipazione di personaggi del mondo della cultura, del giornalismo, dello spettacolo.
L’appuntamento chiantigiano è promosso in tandem dal Comune di Stazzema e dal Comune di Barberino Tavarnelle con il contributo e la collaborazione della Società Filarmonica Giuseppe Verdi di San Donato in Poggio.
“Crediamo che luoghi come Sant’Anna di Stazzema ed altri luoghi della memoria in Toscana, - dichiara Maurizio Verona, sindaco di Stazzema e presidente del Parco nazionale della pace di Sant'Anna di Stazzema - che hanno vissuto i drammi della guerra e dei totalitarismi, abbiano qualcosa da dire oggi, offrano in qualche modo una prospettiva “privilegiata” da cui guardare la contemporaneità, da cui porsi domande sulla realtà di oggi”.
“L’evento che abbiamo l’onore di ospitare nel nostro territorio - precisa David Baroncelli, sindaco di Barberino Tavarnelle – è un ulteriore tassello di quel percorso di collaborazione sulla valorizzazione dei luoghi della memoria che da anni condividiamo con il Comune di Stazzema e che dallo scorso luglio si è tradotto in un impegno formale attraverso la creazione di una rete regionale che unisce una quindicina di comuni toscani colpiti dalle stragi nazifasciste, coordinamento promosso e attuato dal Comune di Barberino Tavarnelle”. “Ricordare è una funzione vitale del nostro essere cittadini – aggiunge il sindaco Baroncelli – senza la memoria e la conoscenza di ciò che è stato, non possiamo amministrare e progettare il futuro delle nostre comunità”.
L’ingresso allo spettacolo di sabato 12 prevede un contributo volontario. Il ricavato della serata sarà devoluto dall’organizzazione del Cinema Teatro Verdi a favore della popolazione ucraina in emergenza a causa della guerra in corso.
LO SPETTACOLO
Gli interventi previsti nell’ambito del Festival ruoteranno intorno ad un interrogativo che oggi appare ancor più di stringente e drammatica attualità: le democrazie liberali sono in pericolo? La guerra improvvisa scoppiata in Europa, la pandemia, l’emergenza climatica, i flussi migratori, stanno mettendo a dura prova il nostro vivere, sia individuale che collettivo. Pochi anni fa sembrava possibile intravedere un futuro di progresso di inclusione, conoscenza, cooperazione e prosperità. Oggi al contrario gli orizzonti sembrano restringersi e il futuro appare minaccioso. Si riaffacciano simboli, parole, gesti legati ad un fascismo che dovrebbe appartenere al passato. Le società democratiche appaiono “assediate” da nemici e problematiche, interne ed esterne. C’è il rischio di una stagione di involuzione e regressione verso una società diversa, che guarda al passato, verso istanze di conservazione, sovranismo, irrazionalità?
Ci porremo queste domande partendo dal ruolo e dalla forza delle parole. C’è negli ultimi tempi una forte attenzione alle parole, utilizzate come “strumenti” per aiutare a comprendere il presente, “bussole che aiutino ad orientarsi e decodificare un mondo sempre più complesso. Ma nelle parole, alla base dei processi comunicativi, risiede anche il potere di manipolare e mistificare la realtà. Ci sembra che abbiano molto a che fare con l’essere cittadini, consapevoli e liberi.
Esistono parole di democrazia? Intendiamo parole come Libertà, Diritti, Dialogo, Pace, Legalità, Solidarietà. Queste parole, oggi, rappresentano ancora un terreno “vivo”, fertile, su cui poter ancora costruire? Siamo sicuri che il significato di queste parole sia davvero condiviso? Sono ancora in grado di suscitare passioni ed emozioni? O c’è forse bisogno di un nuovo “vocabolario” più adatto ai nostri tempi, e anche al sentire dei nostri tempi.
Andrea Scanzi si confronterà con la parola “Libertà” e lo farà seguendo la linea dei suoi ultimi lavori sulla figura di Giorgio Gaber. Gaber seppe essere tante cose, ma fu un soprattutto un intellettuale, capace di guardare al di là del suo tempo, di giocare con le parole, indagandole, riscoprendole, in modo semplice e diretto ma rigoroso. “Ho visto per la prima volta Giorgio Gaber nel ’91 a Fiesole ed è da allora che gli voglio bene – dice Scanzi - sono terrorizzato dall’idea che la sua memoria si perda. Il nome Gaber lo conoscono tutti, ma se vai a scavare ti accorgi che Giorgio Gaber è conosciuto solo in modo superficiale. Sono convinto che Gaber e Luporini siano stati geniali e profetici almeno quanto Pasolini. In ogni loro canzone e monologo ci sono degli elementi di lucidità, profezia e forza che sono qualcosa d’incredibile. La presenza scenica, la mimica, la lucidità profetica, il gusto anarcoide per la provocazione, il coraggio (a volte brutale) di “buttare lì qualcosa” e l’avere anticipato così drammaticamente i tempi, fanno del pensiero di Gaber-Luporini, oggi più che mai, un attualissimo riferimento per personaggi della politica, dello spettacolo, della cultura, del nostro sociale quotidiano”.
Fonte: Ufficio stampa associato del Chianti Fiorentino
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