Falsi positivi per ottenere il Green pass: 10 sanitari indagati, 2 medici interdetti

Falsi positivi per attestare il Covid-19 anche se non era rilevato, in modo da far ottenere finte guarigioni, e dunque il Green pass rafforzato, a non vaccinati. Sono queste le accuse con cui procura e carabinieri di Grosseto hanno indagato 10 sanitari dell'ospedale di Castel del Piano e ottenuto dal gip l'interdizione dall'esercizio della professione medica per due medici, il direttore del pronto soccorso e per un medico in servizio nella stessa struttura.

Dieci le perquisizioni domiciliari presso le case di infermieri, medici e parenti ritenuti tutti responsabili a vario titolo, di aver falsificato i documenti sanitari per i tamponi Covid. Nell'indagine è stato accertato che il direttore del pronto soccorso, in concorso con suoi sanitari, falsificava accessi al pronto soccorso, sia per sé stesso che per suoi familiari tutti, come spiegato dalla procura senza vaccinazione anti Covid, "accettando tamponi molecolari provenienti dall'esterno e certificandone invece l'avvenuta esecuzione all'interno del nosocomio".

I test che risultavano positivi permettevano di ottenere il certificato verde, unico mezzo alternativo alla vaccinazione e che avrebbe consentito di continuare ad esercitare la professione sanitaria. Infatti secondo le indagini risulta che del meccanismo illecito per ottenere il Green pass abbiano beneficiato familiari non vaccinati ma anche i medici indagati. Nelle ricostruzioni i due interdetti e gli indagati si sarebbero procurati tamponi positivi all'esterno dell'ospedale, certificando l'esistenza della malattia per poi provare la falsa guarigione poco dopo con altri tamponi.

La direzione dell'Asl Toscana sud est, in merito alle indagini preliminari, ha dichiarato che "si tratta di casi isolati che non devono macchiare la lealtà e il rispetto delle norme che centinaia di professionisti della Asl ogni giorno mettono in campo con grande spirito di sacrificio per garantire la salute di tutti". Completa fiducia nella magistratura, continua la Asl, a cui è stata fornita massima collaborazione. Inoltre l'azienda sanitaria "ha immediatamente aperto una indagine interna per individuare i risvolti disciplinari a carico del personale coinvolto". Da parte dell'Asl Toscana sud est l'auspicio che le indagini "accertino tutte le eventuali responsabilità nel minor tempo possibile".

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