"Da vari mesi in Consiglio comunale più volte è stata dibattuta la questione di un adeguato assetto commerciale del centro storico del capoluogo. A più riprese è stato evidenziato che una unica destinazione, quella della ristorazione e simili, che si sta costantemente sviluppando a San Miniato può avere dei risvolti non sempre positivi per la comunità se non accompagnata da un armonico accrescimento anche di altri settori commerciali e merceologici, i quali soli garantiscono la permanenza dei residenti e quindi una vera vita della città che non sarebbe più tale se si riducesse solo a luogo di ritrovo serale, seppure utile e importante".
Inizia così l'intervento di Roberto Ferraro (Gruppo Consiliare Lega), Michele Altini (Gruppo Consiliare FI) e
Manola Guazzini (Gruppo Consiliare CambiaMenti).
"In tutte le occasioni in cui in Consiglio comunale si è affrontata la questione, l’Amministrazione comunale ha ripetuto fino alla noia che il Comune non ha strumenti amministrativi e legali per impedire la apertura di specifiche tipologie di esercizi commerciali, con ciò chiudendo la discussione.
In questi giorni si è appreso che il Comune dei Pisa in base ad un regolamento recentemente varato ha dichiarato lo stop a nuove aperture di attività di ristorazione in centro storico per porre rimedio alla estrema deregolamentazione che ha cambiato il profilo delle città. Ma se si vuole far riferimento a San Miniato e non a Pisa, con la delibera 37/2014 il Consiglio Comunale di San Miniato ha approvato “linee di indirizzo sulla programmazione commerciale”, poi recepite nel 2015 nel II Piano del Commercio. E’ quindi evidente che sarebbe pienamente nella disponibilità del Comune l'adozione di un atto di indirizzo, sulla base dei cui orientamenti il Comune potrebbe intervenire sulla questione della selezione delle attività commerciali.
Quindi le Amministrazioni comunali possono regolamentare le aperture commerciali. Ciò vuol dire anche che la Giunta di San Miniato per bocca del Sindaco non ha mai detto completamente la verità ai consiglieri comunali negando sempre la possibilità di intervento regolatori. Atteggiamento confermato anche in una recente comunicazione fatta in merito alla chiusura di una storica lavanderia.
E’ assolutamente legittimo che una Amministrazione comunale faccia le sue scelte in merito allo sviluppo qualitativo del settore del commercio, ma deve avere il coraggio di assumersene le conseguenti responsabilità, senza trincerarsi dietro a giustificazioni non corrispondenti al vero, anche perché ciò non è quanto è richiesto a chi svolge importanti funzioni pubbliche.
Se su questo tema non si prendono iniziative è solo un problema di mancanza di volontà politica, di cui sarebbe giusto che Giunta e maggioranza dessero conto".
Fonte: Ufficio Stampa
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