Il terziario si conferma ancora la “terra delle opportunità” per le donne che vogliono fare impresa in Toscana. Lo conferma l’indagine condotta da Confcommercio Toscana sui dati camerali: tra le aziende femminili, circa sette su dieci (il 67% per l’esattezza) appartengono ai settori di commercio, servizi e turismo. Ma, a livello generale, la componente femminile dell’economia toscana perde più numeri di quella maschile: delle oltre 7.600 (7.621) imprese chiuse in Toscana negli ultimi dieci anni, dal 2012 al 2021, ben 5.886, ovvero quasi l’80%, erano guidate da donne.
“Commercio, turismo e servizi sono settori in cui le donne si riconoscono particolarmente, dove possono mettere a frutto le proprie abilità relazionali e comunicative”, sottolinea la presidente Donatella Moica, eletta da poco alla guida regionale di Terziario Donna Confcommercio, “ma sono anche quelli che consentono una maggiore modularità negli investimenti”. Nata in Sardegna ma pistoiese di adozione, titolare di un tour operator, scrittrice e appassionata di mare e viaggi, Donatella Moica rappresenta bene quell’universo femminile vivace e variegato espresso dal terziario. “Un universo che - mette in guardia – ha voglia di dare un contributo sempre più forte all’economia e alla società, a patto che cambino le regole del gioco e che si punti su inclusività, cooperazione, ascolto e condivisione”.
Il pericolo, altrimenti, è che le donne perdano le posizioni acquisite. “Nel 2012 le imprese femminili erano il 24% di quelle totali iscritte agli elenchi camerali in Toscana, a fine 2021 sono diventate il 23%. Un punto percentuale in meno nell’arco di dieci anni può non sembrare grave, ma va monitorato con attenzione”, dice, “è un dato che va tenuto presente anche nella programmazione economica regionale. Vanno previste linee di sostegno non tanto alle imprese femminili tout court, quanto piuttosto alle imprese che vogliono crescere facendo spazio alle donne. Non parlo solo di spingere la certificazione di parità di genere, ma anche di dare sostegno alla genitorialità e di dividere a metà tra uomini e donne gli obblighi di cura verso la famiglia. Poi servono modelli operativi più flessibili e aperti all’innovazione e alla tecnologia. Lo smartworking può liberare energie, ma non se viene usato per relegare le donne a casa come Cenerentola, come è avvenuto in qualche caso durante la pandemia”.
Se le imprese femminili toscane diminuiscono in quantità, crescono però in qualità, strutturandosi in forme societarie più evolute: “più società di capitali e sempre meno società di persone o ditte individuali, questo è l’orientamento generale”, sottolinea Donatella Moica, “delle oltre 15mila società di persone che mancano all’appello negli elenchi camerali dal 2012 al 2021, oltre 11mila erano a conduzione femminile. Una vera ecatombe perché sono praticamente dimezzate (ndr: le società di persone a prevalenza femminile in Toscana erano 24.760 nel 2012 e si sono ridotte a 13.590 nel 2021). Segno che, evidentemente, si trattava di realtà molto fragili, poco adatte a resistere ai venti di crisi che purtroppo si agitano anche in Toscana negli ultimi anni, tra contrazione dei consumi, pandemia, costi in aumento e ora perfino un conflitto in Europa”. Tra le società di capitali, invece, sulle quasi 23mila (22.735) registrate in più a fine 2021 rispetto al 2012, 5.993 sono femminili.
“I numeri relativi alla componente femminile dell’imprenditoria toscana potrebbero senz’altro migliorare, se promuovessimo tra le donne una maggiore preparazione alla managerialità e una maggiore alfabetizzazione finanziaria. Ci sono ancora troppi ostacoli psicologici e sociali che rallentano il percorso delle donne. Eppure, io vedo tra le mie colleghe, anche le più giovani, una voglia crescente di mettersi in gioco e diventare parte attiva non solo all’interno della propria azienda ma anche fuori, sul territorio dove si vive e lavora”, aggiunge Donatella Moica. “L’obiettivo del mio mandato come presidente di Terziario Donna Confcommercio è proprio questo: attraverso l’ascolto e la condivisione, voglio creare iniziative per aumentare la presenza femminile nei luoghi decisionali della governance toscana. C’è la ripresa da costruire, c’è un futuro da progettare: noi donne vogliamo fare la nostra parte ed essere veri motori di un cambiamento generativo, che abbatta ogni diseguaglianza. Del resto, senza di noi si procede su una gamba sola: non si può andare lontano”.
Fonte: Confcommercio
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