Dall'Ucraina all'Italia, l'odissea di Milana, la bambina di 4 anni affetta dalla sindrome Cri di chat, si è conclusa positivamente grazie al cuore dei sancascianesi. Olena, la mamma coraggio di Vinnytsia, con le sue due figlie, Milana (4) e Adele (6), stanno bene, avvolte dal calore di una casa e dall'affetto degli amici italiani. Da ieri sono ospiti di una famiglia residente a Casalgrande in provincia di Reggio Emilia, persone sensibili e generose che la giovane donna aveva avuto modo di conoscere alcuni anni fa durante un soggiorno in Italia. Ha registrato un lieto fine il lungo e travagliato viaggio di oltre 4mila km compiuto in 48 ore, partito da San Casciano e intrapreso da tre volontari, in rappresentanza dell'associazione A.B.C. Bambini Cri du Chat, alla guida di un furgone messo a disposizione dell'Auser di San Casciano.
Una missione pericolosa, ai limiti dell'impossibile, accompagnata H24 dalla regia di Maura Masini, presidente dell'associazione con sede a San Casciano in Val di Pesa, nel Chianti, che ha centrato l'obiettivo umanitario: recuperare e mettere in salvo la famiglia ucraina con la bambina affetta dalla rara sindrome Cri du chat. Sandra Giani, Elisabetta Resti e Carmelo Sciarrabone, giunto quest'ultimo da Casteltermini, in Sicilia, per unirsi alla delegazione sancascianese, hanno superato i controlli, attraversato luoghi impervi, atteso in coda per lunghi periodi ai punti di frontiera. Con la loro determinazione, nonostante le tante incognite dell'offensiva russa in corso da giorni, i volontari sono riusciti a individuare la famiglia, nel cuore della notte, tra un tendone e l'altro, sul confine tra l'Ucraina e la Polonia, e a mettere fine all'incubo, al terrore di essere colpiti dai bombardamenti portando via dai luoghi del conflitto la mamma e le sue bambine, stanche, provate dalla drammaticità della fuga, dei km percorsi a piedi con pochi viveri, senza passeggino, sotto il freddo delle temperature polari. E da sole, senza il papà, rimasto in Ucraina, mobilitato per combattere. Con loro, dopo aver fatto una brevissima sosta in Polonia, ospiti della mediatrice linguistica che ha supportato il viaggio dell'A.B.C. Paulina Gajkowska, il furgone della speranza, targato San Casciano, si è rimesso in moto per portare al sicuro le tre ucraine. Destinazione: Casalmaggiore, in Emilia Romagna.
“Siamo felici di aver portato in salvo la mamma e le sue figlie - dichiara Sandra Giani - non ci sembra ancora vero, una felicità che vediamo riflessa nei loro occhi e questo ci ripaga dell'immane fatica di un viaggio che ci ha lasciato segni importanti, siamo increduli di fronte ad una guerra che sta dilaniando un intero paese, spezzando la vita a migliaia di donne, uomini, bambini, anziani, e allo stesso tempo confortati dal fatto che tantissime sono le persone che abbiamo trovato lungo il viaggio che si rifiutano di accettare la guerra e la combattono con ogni mezzo, sguardi e soprattutto sorrisi degli ucraini e dei polacchi ci hanno sostenuto e ci hanno fatto sentire uniti come cittadini europei in un grande clima di solidarietà”.
A Hrerbenne Rawa-Raska, corridoio umanitario in Polonia, dove la famiglia attendeva trepidante di essere recuperata, il veicolo dell'Auser è arrivato attraversando un folto bosco, al buio, privo di indicazioni, cartelli stradali e copertura telefonica. “È stato uno dei momenti più difficili del viaggio - racconta Carmelo Sciarrabone che di professione fa l'insegnante, padre di un bambino di 4 anni Cri du chat - gli ultimi 80 km, prima di raggiungere il passaggio al confine con la Polonia, sono stati quelli in cui ci siamo sentiti più esposti al rischio dell'evento bellico, una volta arrivati a destinazione abbiamo letto davvero il terrore negli occhi dei profughi che alloggiavano in 4-5 tende suddivisi per età e sesso, era persino difficile reggere lo sguardo di quelle tante persone, tristi, infreddolite, che desideravano lasciare il loro paese senza voltarsi indietro, li avremmo presi tutti con noi se avessimo avuto la possibilità”. “È stata un'emozione fortissima aver abbracciato Olena e le sue figlie - confessa Elisabetta Resti, volontaria a tempo pieno - ho ricevuto più di quanto ho dato e se qualcuno mi chiedesse ora di ripartire lo farei senza esitazioni, il viaggio che ci ha portato ad attraversare tre diversi paesi, come l'Austria, la Cecoslovacchia e la Polonia, ci ha cambiati, ci ha fatto capire quanto reale e brutale sia questo massacro e quanto importante sia spendersi per sostenere il popolo ucraino e trasformare i loro rischi in opportunità per una vita migliore, degna di essere vissuta”.
Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente dell'A.B.C., Maura Masini, che all'organizzazione del viaggio ha unito un fitto lavoro di coordinamento per l'assistenza sanitaria e il programma terapeutico di Milana a Reggio Emilia. “Abbiamo già stabilito un calendario di visite con gli specialisti dello staff medico dell'associazione che prenderà in carico la bambina, siamo in contatto con alcune realtà locali e nazionali per l'inserimento lavorativo di Olena e quello scolastico di Adele - ha aggiunto Maura Masini - un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio, in primis i volontari, l'Auser, la Misericordia e il comune di San Casciano che è socio fondatore dell'A.B.C". L'associazione ha anche attivato un IBAN per eventuali donazioni a favore di Milana. A.B.C. Bambini Cri du chat: IT75V0867338050020000208937.
Fonte: Comune di San Casciano in Val di Pesa - Ufficio stampa
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