Da Massarosa al mondo del cinema, passando per le passerelle milanesi: è l’ascesa di Sara Giannini, giovane designer neolaureata con il massimo dei voti all’Istituto Modartech di Pontedera, grazie a una collezione attenta all’ambiente e al Made in Italy.
Un 110 e Lode che corona un percorso triennale in Fashion Design, già costellato di soddisfazioni: dalla partecipazione alla Milano Moda Graduate, concorso di Camera della Moda a cui è arrivata in finale, fino alla inclusione in “Stracci”, il docufilm del regista toscano Tommaso Santi che parte da Prato e viaggia in tutto il mondo affrontando il tema dell'impatto ambientale nella Fashion Industry.
“Mio nonno, il pittore Giuseppe Giannini, e mio padre, docente di disegno grafico all’Accademia di Brera – racconta Sara Giannini - mi hanno trasmesso l’amore per l’arte fin da bambina. Nonostante ciò, i miei studi sono cominciati con un percorso scientifico. Solo dopo il liceo ho deciso di intraprendere una specializzazione che potesse dare voce alla mia creatività: la moda rappresenta per me la sintesi tra le mie più grandi passioni, come il disegno e la ricerca, ma anche un potente mezzo per far emergere messaggi e temi di attualità e di importanza globale”.
Come progetto di tesi, Giannini sviluppa una capsule di abiti ispirati al pensiero dell’artista Tomás Saraceno: ARYA è il titolo della collezione, che denuncia l’emergenza ambientale e la responsabilità dell’uomo di ridurre il proprio impatto sulla terra. E conquista le passerelle milanesi e il grande schermo.
La collezione si articola attorno al concetto di slow fashion, facendo uso di tessuti biodegradabili, riciclabili e rigenerati da materiali di scarto, lavorazioni a mano e tinture naturali. Tra le materie prime reseda, mallo di noce, camomilla dei tintori, legno di campeggio ed eucalipto. Particolare attenzione è data ad accessori realizzati a mano con pelli di scarto conciate al vegetale, lavorazioni all’uncinetto e filati ecofriendly.
“Il messaggio che emerge maggiormente quando parliamo di sostenibilità è ‘salviamo il mondo’ ma è uno slogan fuorviante, in realtà quando agiamo in questo senso non facciamo altro che fare qualcosa per salvare noi stessi”, sostiene Sara Giannini. “La collezione che ho realizzato è frutto di una ricerca approfondita che segue un sistema di produzione circolare e non lineare. Ho cercato di eliminare principalmente la fase della tintura, tra le più inquinanti all’interno della filiera, utilizzando tessuti che avessero delle certificazioni di sostenibilità e di provenienza. Le colorazioni sono tutte naturali, di piante tintoriche, base di partenza per la successiva scelta delle fibre: lana e canapa, seta e cotone”.
“I principali materiali che ho utilizzato provengono da Prato e dall’azienda Comistra, che produce lana meccanica o rigenerata recuperando scarti dell'industria tessile e che è stata tra i protagonisti del docufilm ‘Stracci’. Grazie a questa collaborazione e all’Istituto Modartech, la mia collezione è stata scelta e ripresa nelle scene. Un grandissimo onore e riconoscimento per me”.
Il cammino intrapreso partendo dalle aule della scuola di alta formazione di Pontedera prosegue: “Adesso sto collaborando con lo studio Degli Uberti e anche in futuro mi piacerebbe continuare ad arricchire le mie esperienze nell’area prodotto e stilistica; la mia curiosità e la voglia di imparare cose nuove sulla sostenibilità e sul consumo consapevole nel mondo della moda mi motivano a continuare in questa direzione”.
Fonte: Modartech - Ufficio stampa
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