Ordine Medici Firenze: "Bene investire sul territorio col Pnrr, ma mancano i medici"

"Investire sulla sanità territoriale e le cure intermedie anche con le nuove case di comunità è la strada giusta. E la Regione Toscana dovrà impegnare le risorse del Pnrr in questo senso. Ma con quali medici? Dopo l'allarme che abbiamo lanciato sulla mancanza di personale, la Regione Toscana si è detta disposta a fare nuove assunzioni. Ma il nodo è a Roma. Il governo sblocchi i fondi per la sanità toscana. Senza personale le strutture sanitarie, territoriali ed ospedaliere, sia pure antisismiche, diventano palcoscenici vuoti, le nuove tecnologie elementi di arredo, lo stesso territorio puro riferimento geografico, nel quale poco conterà lo stato giuridico degli assenti. E il rischio concreto è il taglio di alcuni servizi”. A dirlo  presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo. "Il grande tema della sanità Covid e post Covid - aggiunge - non è dunque solo cemento o cambio di stato giuridico: ne conosciamo poi i costi reali? E poi gli stessi medici dipendenti ormai mal sopportano catene di comando spesso inadeguate e vincoli organizzativi non privi di forme impositive".

"Il Pnrr - continua Dattolo - rappresenta l’occasione, forse ultima, per riformare realmente in maniera moderna il nostro Sistema Sanitario Nazionale/Sistema Sanitario Regionale. Molte regioni, come la nostra sono già pronte, ma bisogna reimpostare la Missione 6 dal punto di vista finanziario, bisogna assicurare alle regioni le risorse adeguate per assumere, visto che la dote assegnata alla salute è la metà di quella concessa a villette, condomini, seconde e terze case, e perché l’ospedale del futuro non è solo tecnologia, senza riguardo a chi la fa funzionare o adeguamento a norme, senza attenzione alla necessaria flessibilità di spazi, modelli organizzativi, dotazioni organiche.

"Le rassicurazioni avute dall'assessore regionale alla Salute Simone Bezzini sono fondamentali ma il governo finanzi le assunzioni di medici e infermieri perché altrimenti si rischia di mettere le basi di una macchina che poi non avrà benzina per camminare, di costruire un sistema pensato con le migliori intenzioni ma che non avrà risorse per tenersi in piedi e a quel punto sarà l'intero sistema sanitario a pagarne le conseguenze in termini di servizi e qualità”, avverte.

“Abbiamo retto con gravi sofferenze alla pandemia ma, e da tempo ormai, il sistema ospedaliero e la medicina generale sono investiti da uno tsunami e i medici sono in preda a un burnout che lascia spazio solo alla fuga. Nella nostra regione – spiega Dattolo – nei prossimi anni saranno pensionati circa 4.000 camici bianchi, più o meno la metà di quelli ora in servizio. Ma l'allarme vale già per l'oggi, perché in Toscana mancano 800 medici specialisti e 250 tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, tanto che alcuni medici di famiglia seguono 1.800 pazienti, un sovraccarico che mette in difficoltà non solo loro ma anche gli stessi pazienti”.

Fonte: Ufficio Stampa

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