Mentre le sale europee sono tornate a riempirsi, quelle italiane sono lontane dai sold out di un tempo. Ripartenza a slalom per il cinema, tra restrizioni ancora presenti e convivenza con le piattaforme streaming
La pandemia è tornata ad allentare la morsa e, gradualmente, tutte le attività si stanno riaffacciando alla normalità. C'è però un settore in Italia che fa ancora fatica a tornare 'come prima'. È lo spettacolo, che vede ancora le sale lontane dai sold out di un tempo. In particolare per in cinema, "le misure restrittive sono ancora molto forti e creano difficoltà alla pieno ritorno del pubblico". A dirlo è Mario Lorini presidente di Anec, Associazione Nazionale Esercenti Cinema. Lorini gestisce il Multisala Boccaccio di Certaldo ma anche il Cinema Garibaldi di Poggibonsi, in quella rete naturale di sale nella Valdelsa.
"In Italia nel 2021 si è avuto un ulteriore calo rispetto al 2020 - spiega il presidente Anec - un dato in controtendenza rispetto agli altri paesi europei. Tutti nel primo anno di pandemia abbiamo perso cifre intorno al 70-75% - ma mentre l'anno scorso le sale estere si sono riprese - noi ancora non registriamo un'inversione di tendenza".
Ad oggi per andare al cinema o a teatro è richiesto il green pass rafforzato ed è obbligatorio indossare la mascherina Ffp2. "Con l'allentamento delle misure chiediamo di avere coerenza nei luoghi di spettacolo, che si sono rivelati sicuri" afferma Lorini, spiegando le richieste avanzate dal settore al governo tra cui una cronologia dell'eventuale eliminazione graduale delle misure come distanziamento, tracciamento o certificato verde e mascherina in sala.
Un altro tema che accende i riflettori, non quelli del palcoscenico ma della discussione, è il binomio cinema e piattaforme streaming. Coloro che ancora sfuggono ai colossi della visione da salotto o formato tascabile, sono elementi rari al giorno d'oggi. Film e serie tv, che spopolano ad ogni età, sono racchiusi nelle app di telefonini e tablet, pronte ad intrattenere ovunque, durante un viaggio in treno o sotto l'ombrellone al mare. Tra le due realtà, "non abbiamo mai messo in atto una competizione - afferma Lorini - ma abbiamo sempre parlato di convivenza. Le due esperienze sono diverse, quella cinematografica è dal vivo, è immersiva e aggregativa, quella della piattaforma è domestica. L'importante - sottolinea il presidente di Anec - è che questi luoghi, presidi di cultura, vengano salvaguardati. Per questo dobbiamo stabilire delle regole a tutela di un bene riconosciuto da tutti". In un momento di confusione per lo spettatore, di fronte a tantissima scelta in streaming ma smarrito alla ricerca della pellicola che desidera guardare al cinema, sono ritenuti essenziali dei 'paletti' per la convivenza sopracitata. Deve essere stabilito "un tempo giusto in cui un film possa rimanere in sala, perché è progettato per questo - dice Lorini - altri prodotti possono fare il loro percorso direttamente sulla piattaforma. L'evento prima al cinema poi in streaming può essere anche una nuova forma che funziona - chiarisce il gestore dei cinema della Valdelsa - ma l'importante è capire che c'è la necessità di sostenere il settore" che si alimenta grazie al pubblico sulle poltroncine.
In un mondo che riparte, segnato da profondi cambiamenti delle abitudini, "dobbiamo essere capaci di intercettare quella vita di comunità, dove la storia per immagini è fondamentale e renderla compatibile all'uso domestico". I film non hanno scadenza, i tempi successivi all'uscita non conoscono confini come dimostrato da film storici, magari visti e rivisti ma che tornano in sala e riscuotono ancora successo. Il lavoro dietro la cinepresa è studiato per stupire, incantare gli occhi davanti al grande schermo. "Dunque - conclude Lorini - le opere devono avere questo luogo, altrimenti i cinema che hanno mandato un grido di allarme rischiano di non essere presenti nel breve futuro".
Margherita Cecchin
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