“In questi giorni tristemente segnati dai venti di guerra che lambiscono l’Europa, con l’Ucraina assediata dalle forze armate russe, la città di Firenze ha avuto il pregio di ospitare il forum dei sindaci e vescovi del mediterraneo, un incontro – spiega il consigliere del Partito democratico Francesco Pastorelli – che ha visto la presenza di oltre 60 vescovi e 60 sindaci di città che affacciano sul “Mare Nostrum” per un dialogo a tutto campo che superi muri e diffidenze e costituisca un vero incontro tra i popoli.
L’occasione, purtroppo, è coincisa con l’aggressione all’Ucraina ma è stata anche una straordinaria opportunità di mobilitazione globale e di esempio di come, rispetto al linguaggio delle bombe e della prepotenza, vi possa essere un altro modello di relazioni tra i popoli, improntato al dialogo e al rispetto reciproco.
In fondo, come recita un noto aforisma, ogni guerra è combattuta da persone che non si conoscono per conto di persone che si conoscono ma non si combattono, cioè sono i popoli, le famiglie, le persone a subire sulla propria pelle le scelte dei governanti e, proprio per questo, forse, popoli che si conoscono meglio, più difficilmente saranno disposti a combattersi.
In questi dialoghi di pace, che rimettono l’uomo al centro della discussione, tra gli elementi che sono emersi durante il forum, la proposta che più mi ha colpito per le prospettive che apre è stata quella formulata dal Prof. Prodi nel salone dei 500, ovvero l’istituzione di una Università del Mediterraneo.
Per me che appartengo alla generazione Erasmus – aggiunge Pastorelli – e ho vissuto con entusiasmo il progetto dell’Europa senza frontiere, trascorrendo una splendida e formativa esperienza all’estero che mi ha lasciato legami importanti e che conosco il lavoro che l’università di Firenze ha portato avanti in collaborazione con altri atenei per sviluppare corsi come la laurea italo francese, si tratta davvero di un progetto di grande visione e respiro.
Costituire una università unica, non una sede estera di un ateneo esistente, ma un progetto nuovo, con docenti e studenti di tutti i paesi del mediterraneo che condividono un percorso formativo e umano e con la possibilità, anzi l’obbligo, di compiere il ciclo di studi spostandosi, quantomeno, da un ateneo dei paesi più a sud a uno dei paesi più a nord o viceversa, è uno strumento unico e prezioso per creare nuovi cittadini del mediterraneo, con una nuova cultura e un sentire comune che aiuti a superare diffidenze e divergenze e accolga le diversità e le specificità come un arricchimento, aiutandoci a costruire un futuro comune davanti alle sfide globali che ci attendono.
Mi auguro davvero – conclude il consigliere PD Francesco Pastorelli – che le istituzioni pubbliche colgano l’importanza di questo progetto e investano risorse ed energie per dargli al più presto uno sviluppo concreto perché è davvero un progetto che può cambiare il futuro del Mediterraneo e, forse, per l’importanza che quest’area riveste, del mondo intero”.
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