Rimane alta l’attenzione per la peste suina e di fronte alla minaccia si modificano temporaneamente anche i disciplinari. La Cinta senese in via straordinaria non sarà più allevata allo stato brado o semibrado, condizione fondamentale per essere “certificata”, ma dovrà essere protetta da apposite recinzioni per scongiurare il rischio di essere infettata dalla PSA veicolata dai cinghiali selvatici.
La richiesta di deroga al Disciplinare avanzata dal Consorzio di tutela della Cinta senese e approvata dalla Giunta regionale, è già stata inviata al Ministero delle politiche agricole per permettere a tutti gli operatori della filiera di organizzarsi e adeguarsi alle disposizioni per la sicurezza dei loro animali.
Questo significa che ci sarà l’obbligo di recinzione per gli allevamenti della tipologia “semibrado” e come già disposto dal Piano dei controlli per la DOP, l’obbligo di identificazione individuale di tutti gli animali, riproduttori e non, presenti.
Le recinzioni dovranno essere tali da garantire la biosicurezza degli animali, cioè saranno doppie. Sarà prevista la possibilità anche di inserire un filo elettrico a basso voltaggio dissuasore degli avvicinamenti alle reti che dovranno in ogni caso essere installate a “distanza di muso”.Gli allevamenti di cinta prevedono di regola un massimo di 1500 chili di bestiame per ettaro. D’ora in poi, fino a nuove disposizioni, gli animali potranno pascolare anche in aree più piccole purché recintate, permettendo così di provvedere con urgenza alle disposizioni nazionali di contrasto alla diffusione della PSA.
“La sicurezza dei nostri animali, e in questo caso la tutela della biodiversità sostenendo la sopravvivenza della razza, è al primo posto – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - e di fronte a un pericolo come quello rappresentato dalla PSA non abbiamo esitato ad accogliere la richiesta di deroga al disciplinare e formulare la richiesta al Ministero. Sarà una situazione temporanea ma indispensabile per far stare più tranquilli i nostri allevatori e mantenere sani i loro animali”.
Fonte: Regione Toscana
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